Settima uscita della rubrica ” Ti dipingo così… a tu per tu, a parlar del più e del meno, con…”

a cura di Concetto Sciuto

Oriana Bossone: se son “note” … fioriranno.

Viso acqua e sapone, anzi, tallonando la vivacità del suo sguardo cristallino, ci ricorda più il primo elemento che il secondo, sguardo accompagnato da due occhi mai domi da dove tracima la passione per… la sua passione: la musica.  Parliamo di Oriana Bossone, cantante per amore, solo per amore, di quell’arte che se ti entra dentro ti rivolta come un calzino, diventando tua guida in un intimo percorso di vita.  No, inutile cercare il suo nome nel dorato, quanto illusorio, mondo dei talent o dei video con un numero di visualizzazioni a sei cifre, troverete poco, e aggiungiamo senza timore di essere smentiti: per sua fortuna. Perché Oriana, nell’intensa intervista che ci ha concesso, ha descritto sé stessa con apprezzabile (quanto rara) franchezza, senza barriere o stucchevoli finzioni che spesso antepongono gli artisti, anche in erba, un istante dopo che il potere delle telecamere li ha trasformati in “ingestibili” vip da palcoscenico, di quelli “al mondo la migliore sono io”. Lei, Oriana, no!  Con una semplicità disarmante, e siamo certi non solo perché talento emergente, ci ha raccontato una vita fatti di (tanti) sacrifici e poche, ma intense, gioie, di quelle esperienze che hanno sottotraccia il noto motto: ciò che non uccide, fortifica. E rimanendo nell’alveo del nicciano aforisma della “rinascita”, grazie anche a una sua ammirevole loquacità, scopriamo che già fin da bambina i vicini di casa le chiedevano di essere deliziati dalle sue performance canore, ma poi, (in)seguendo un personale percorso di crescita, il “brava” della signora della porta accanto non fu più sufficiente, e nonostante non poche vicissitudini familiari che avrebbero fatto desistere chiunque, decide ugualmente di perseverare cominciando a studiare canto. Anche se (colpevolmente) per amore, stavolta quello per un ragazzo, che si sa è fatto di instabili passioni che così come nascono poi si spengono, ha dovuto pagare nuovamente dazio abbandonando momentaneamente il suo sogno, ma giurando a sé stessa che mai più avrebbe tradito chi invece (la musica) non l’aveva mai tradita. E crescendo ha preso sempre più consapevolezza di tutto ciò, e oggi prosegue questo suo cammino con una fermezza diversa, raccogliendo il frutto di inenarrabili sacrifici, ed è pronta anche a nuove delusioni che affronterebbe con maggiore risolutezza. Poi, come tutte le cose belle della vita, in maniera casuale avviene un incontro con il musicista Alfredo Longo, diventato, in seguito, suo Pigmalione nel labirintico mondo musicale, “grande persona prima che grande artista cui devo tanto”, ci tiene a precisare Oriana. E così, da tre anni e mezzo, cantare è diventato suo inamovibile centro gravitazionale che poggia su un talento naturale, vibrato compreso, e questo detto da chi di musica ne comprende, e non poco. Oggi, il guanto della sfida si chiama jam session, perché, se vuoi veramente imparare a “nuotare”, non è nelle acque chete che bisogna tuffarsi e… “più di altri la jam session mi ha permesso di mettermi in gioco con nuove sperimentazioni e magari per superare alcune paure tipiche di chi prova quell’ansia da palcoscenico ma che se tradotta in pura emozione, la si trasmettere direttamente al pubblico”.

Confessioni traboccanti di apprezzabile schiettezza, e di riscontri, a quanto affermato, ne ha avuti tanti Oriana, cantante sempre più richiesta per numerose collaborazioni anche per quel suo entrare subito in empatia con chi l’ascolta. Ma nonostante questo “essere un’artista desiderata”, che fa sempre piacere, rimane sempre consapevole di quanta polvere e note dovrà ancora masticare per poter raggiungere, e poi galleggiare, nella rarefatta aria del professionismo, dov’è obbligatorio il passaggio delle forche caudine dei sacrifici e dell’impegno.

Sogni nel cassetto? Nessuno, per il semplice fatto che li ha già tirati tutti fuori, e aspetta solo di realizzarli uno ad uno, e non potrà non essere così per una ragazza che riesce a passare da un desiderio, alla sua realizzazione, alla stessa velocità di un pit stop in Formula 1, e pensa già, in un volo meno pindarico di quanto si possa credere, di pubblicare un disco tutto suo.

Siamo certi che riuscirà anche in questo, non fosse altro per l’indiscussa capacità di coniugare la sua pedanteria a (per fortuna) un’inguaribile, romantica, creatività, due architravi su cui desidera costruire il suo futuro musicale che potrebbe, perché no? diventare un giorno anche il suo primo lavoro. Inoltre, avendo studiato inglese e francese, non preclude la possibilità di un tentativo all’estero, in un   mercato diverso, dove possa far apprezzare ancor più la sua timbrica particolare, di voce calda da… black music, ma anche un mix tra generi diversi, soul incluso.  Ci riuscirà? Se ci ponessimo ancora questo interrogativo alla fine dell’intervista, non avremmo compreso quanto detto/scritto fino adesso, perché sarebbe più corretto chiederci: quando tempo le occorrerà per diventare l’Artista Oriana Bossone? Domanda, solo momentaneamente, senza risposta, anche perché, impegnata com’è, la ragazza non ha tempo per pensare a questo, e noi gli auguriamo, di cuore, di averne sempre meno.

Catania, 17 dicembre 2019

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Vitalii Leonov )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com