I numeri bocciano senza appello il lavoro di Lucarelli: solo 18 punti in 14 gare. Il Monopoli infrange l’imbattibilità casalinga.

di Tino La Vecchia

Scuole di pensiero. Due anni fa il Catania venne eliminato in semifinale dal Siena perdendo la possibilità di andare in serie B. L’opinione dei tifosi rossazzurri si spaccò in due: da una parte chi riteneva che Lucarelli avesse fatto un bel lavoro e solo la sfortuna avesse impedito la promozione, dal lato opposto chi, come me, era convinto che la maggiore responsabilità della mancata promozione fosse da addebitare proprio al tecnico livornese, reo di aver compiuto errori tattici in quantitativo industriale.

Il tempo è signore e padrone. Il Catania ha iniziato la stagione con Camplone in panchina ottenendo 15 punti in dieci partite, media non alta ma nemmeno da buttare visto che sul campo amico il Catania aveva disputato solo quattro gare. Licenziato Camplone, dopo una disfatta esterna, il Catania si è affidato di nuovo al Lucarelli. Il ritorno del tecnico livornese sulla panchina etnea ha riportato alla luce la disputa di due anni fa. Nel calcio parlano i risultati e non i proclami.

Dopo 14 gare Lucarelli ha spazzato via ogni dubbio: sotto la sua guida il Catania ha fatto malissimo. Al Massimino su otto gare giocate solo tre vittorie con uno spaventoso meno 11in Media Inglese fra le mura amiche. Non meglio fiori casa con 5 punti in sei gare. Media quasi indecente per una squadra che si chiama Catania, ovvero 1,20 in quattordici gare, con ben otto gare casalinghe. Una media, inevitabilmente, che porterà il Catania fuori dalla griglia dei Play off.

Tutto questo discorso potrebbe essere non accettato dai sostenitori del tecnico toscano dicendo che la società è a rischio fallimento, che il Catania ha perso calciatori del calibro di Lodi (che Lucarelli non faceva giocare) di Di Piazza (che Lucarelli non ha mai saputo far emergere), di Sarno, che il Catania ha un organico stravolto e non è tranquillo. Tutte piccole giustificazioni. Il Catania ha ancora in organico calciatori che si chiamano Mazzarani, Di Molfetta, Biagianti, Manneh, Barisic, tanto per citarne qualcuno. Questi calciatori non hanno mai reso come dovuto perché sono messi male in campo e in campo non li metto io ma Lucarelli.

Non voglio a tutti i costi trovare il capro espiatorio, ma il Catania contro il Monopoli non ha tirato in porta. Alla fine si gioca undici contro undici e se hai un’idea di gioco, se hai degli schemi, puoi sempre giocartela con chiunque, magari perdi, ma non in questa maniera. Motivi di salute mi hanno tenuto lontano dal Massimino, per prudenza non ho voluto rischiare, ma forse non è stata prudenza, è stata la voce del cuore, sapevo che il Catania avrebbe perso. La partita l’ho vista da casa e mai, nemmeno per un momento, ho avuto la sensazione che il Catania potesse evitare la sconfitta e mantenere l’imbattibilità casalinga. Ma di chi è la colpa?

La Cavese non ha una società più forte del Catania, non ha una rosa migliore del Catania, al Massimino il Catania di Camplone rifilò quattro reti ai campani, nel prossimo turno di campionato il Catania andrà sul campo della Cavese, se malauguratamente dovesse arrivare la sconfitta la Cavese scavalcherebbe in classifica il Catania buttando fuori la griglia dei Play off.

Non occorrono altri commenti per il Catania guidato da Lucarelli parlano i numeri.

Catania, 2 febbraio 2020

TINO LA VECCHIA per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Francesco La Rosa per Sport Enjoy Project Magazine )

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