“Oltre il reale” grazie allo spirituale nell’arte: Mara di Maura e le sue nuove sfide
“Oltre il reale” grazie allo spirituale nell’arte: Mara di Maura e le sue nuove sfide.
di Concetto Sciuto
Magari l’idea non sarà una di quelle che fanno dell’originalità il suo punto di forza, ma un plauso va all’attrice/giornalista Mara di Maura per aver saputo coniugare, attraversandole in maniera trasversale e con una eleganza non comune, varie arti dove la spiritualità è stato quell’invisibile filo con cui ha cucito trama e ordito di un mondo che prova ad andare oltre il reale “per gettare luce nella profondità del cuore umano”.
L’ispiratore che ha animato questa interessante iniziativa è stato Vasilij Vasil’evič Kandinskij con il suo “Lo spirituale nell’arte”, ci confida l’attrice catanese che ha architettato e realizzato tutto ciò grazie alla collaborazione di tre sue colleghe già laureate all’Accademia Belle Arti di Catania. Così, ci si ritrova a chiacchierare con due promettenti pittrici e un’altrettanta promettente costumista, mentre la parte musicale è stata curata dal fratello di Mara, Ruggero laureato in filosofia, musicista e scrittore, in sostanza quando il detto: “buon sangue non mente” trova in questo caso il suo tripudio. E iniziamo questo percorso inabissandoci subito in questo Spirito, oltrepassando quel limes dove reale e metafisico s’intersecano, dove l’uno cede il passo all’altro e viceversa, dove, senza bussare troppo alla porta di F. Hegel, lo Spirito prende forma manifestandosi attraverso il Fenomeno: l’arte. E questo cominciando dalla costumista Martina Panebianco, che ci racconta com’è riuscita a cogliere l’essenza della copertina del libro di poesie di Mara & Ruggero “Vestiboli” dov’è rappresentata una notte stellata e, manco a dirlo, in maniera trasversale, Martina, lo ha sciamato, attraverso un processo empatico, su un affascinate abito illuminato dall’immagine di Selene. Un (bel) lavoro che ci fa da viatico per approcciarci all’altro impegno artistico, come i quadri della pittrice Francesca Vita Nicosia che ci descrive i suoi lavori eseguiti con la tecnica a olio, confidandoci, inoltre, che i suoi quadri, ma la pittura in generale, gli trasmettono un senso di quiete, un’affermazione che ci ricorda quel che dovrebbe essere una delle funzioni dell’arte. Poi, quasi in contraddizione a queste parole, un suo particolare lavoro attira la nostra attenzione e… non è un caso.
“Il desiderio”, è il nome del dipinto dove l’artista si è ispirata alla pittrice Victoria Frances che ama un particolare genere di soggetti come streghe e lupi mannari. La tecnica usata è detta del “carbotello” (in pratica trattasi di carboncini colorati), con la quale Nicosia ha disegnato un vampiro che abbraccia una ragazza, accentuandone il pallore della morte che stringe il colore/calore della vita, due facce della stessa medaglia in un contrasto dove, come cita l’autrice, ”gli opposti si attraggono”. E anche in questa contrapposizione, aleggia quello spirito Primo Motore dell’arte che ci guida in un altro spazio emozionale che fluisce dai contrasti tra luce e buio, tra luce e colori, stavolta con la pittrice Nicoletta Leonardi che ama, guarda caso, l’illuminotecnica e la sua arte è tutto un saper giocare e gestirne l’infinita potenza della luce, provando ad addomesticarla o a espanderla secondo la creatività del momento. Una ragazza che ha chiaro il suo futuro: “farsi un nome” come afferma senza indugi. E sia lei, che Francesca Nicosia, navigano nella giusta direzione, considerando che hanno già collaborato con il regista teatrale Walter Manfrè, e questo è solo un (buon) inizio che suggeriamo di tallonare con la stessa emozione con cui, tutte e tre, hanno provato a spiegarci i loro lavori. Abbiamo finito? Non scherziamo, l’esposizione è stato solo l’incipit per dare spazio, e far apprezzare, la passione mutata in arte, poi c’è stato anche il momento letterario che ha arricchito questa trasversalità con la recitazione, accompagnata da vari motivi musicali a tema, di alcune poesie tratte da “Vestiboli” di Mara e Ruggero Di Maura e di alcuni racconti tratti da “Indaco profondo con sfumature arcane” di Mara Di Maura. A dare voce alle letture, oltre a Mara, ci ha pensato pure l’attore Federico Ridolfo: da queste parti si ama fare le cose con tanta professionalità. Ebbene, “Oltre il reale” era il titolo di questa mostra di dipinti e presentazione di libri che, come il più classico degli nomen omen, ha centrato il suo obiettivo e adesso… si replica giorno nove febbraio dove il tema stavolta è: “L’amore” ma con la “coraggiosa” scelta di mettere in mostra cosa si cela dietro le quinte del lavoro di una artista. E. Goffman non sarebbe stato d’accordo ma Mara ama le sfide, pertanto solo questo vale l’intera serata: come si può mancare?
Catania, 7 febbraio 2020
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Mara di Maura )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on line su www.sportenjoyproject.com
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