Ortis, Angiolillo, Gravina: il senso ultimo del musical “La Divina Commedia”.

di Concetto Sciuto

C’è anche un dopo conferenza stampa nella sala Giunti del Palazzo degli Elefanti, un momento per poter approfondire alcuni aspetti del musical “La Divina Commedia” con il regista Andrea Ortis, l’attore che interpreta Dante Alighieri, Antonello Angiolillo, e il produttore Gabriele Gravina. Approfittando della loro disponibilità, chiediamo quale importante messaggio si farà portatore questo coraggioso progetto dai numeri stratosferici, e quale tra i tanti si spera sia ben recepito dai ragazzi.

Ci risponde per primo il regista dicendoci che il messaggio più importante è che Dante è vero che è un genio ma è anche un uomo, e come tale affronta i difetti, i problemi e le cadute tipiche dell’essere umano, affronta la selva, metafora delle difficoltà della vita e solo affrontando un problema si può costruire una soluzione per arrivare in paradiso che , altra metafora, non è una realizzazione solo metafisica ma è la realizzazione di sé  anche se il percorso è lungo. Inoltre, “è importante anche avere il coraggio di non ritenere i propri difetti come qualcosa da nascondere, ma qualcosa da affrontare e questo è il messaggio più bello, un poco come il dolore che sono chiavi che ti mettono in moto la soluzione. Il dolore che ti fa ricordare quello che non hai, magari la mancanza di una persona, il dolore che ti fa ricordare quanto l’hai amata”. Dunque, il dolore non va scansato ma va affrontato. E questo messaggio deve arrivare non solo ai giovani ma anche a tutti noi. Alla fine, cosa importantissima, il musical è un messaggio di fiducia.

Mentre l’attore Antonello Angiolillo si aggancia a questo scambio di battute affermando che Dante ha utilizzato, come fil rouge, durante tutto lo spettacolo, il concetto dell’amore che non è solo verso la donna ma che è universale. “E tutti gli attori della Divina Commedia, tutti i personaggi, quello che hanno fatto l’hanno fatto per amore, anche quelli che sono all’inferno, il centro all’amore è il messaggio che dovrebbe arrivare maggiormente”. Perché, conclude l’attore riprendendo il concetto di fiducia del regista, “non c’è notte tanto buia che non permette al sole di sorgere”. Poi è la volta del produttore, quel Gabriele Gravina spogliatosi, per questa mattina, del delicato ruolo di presidente della FIGC ricoprendo un’altrettanta importante e delicata carica come quella di produttore. Una scelta coraggiosa anche per la difficoltà di un’opera così difficile e in più trasformata in un musical che coinvolgerà i futuri spettatori del domani ma anche i futuri attori sociali.

È l’interrogativo che poniamo al produttore che non si scompone più di tanto rispondendo, con tono sicuro: “è vero che il progetto è stata una scommessa ma l’importante è far sì che questi ragazzi facciano una propria analisi introspettiva e capire quanto sia fondamentale rinunciare ad una serie di attività collaterali che sono effimere rispetto a tanti valori come ad esempio quello della bellezza, dello stare insieme, del relazionarsi e bisogna essere deciso l’impegno  nel centrare questo risultato finale attraversando anche dei momenti di grande difficoltà, così come Dante traccia nel suo lungo percorso dall’inferno fino al paradiso, i giovani possono esser coinvolti in questo ed è fondamentale l’emotività che genera quest’opera”. Senza dubbio, ci precisa, che “si tratta di un’opera impegnativa ma che è stata tradotta in un linguaggio più semplice, più diretto, diventando, in questo modo, molto più efficace ed è stata grazie alla grande qualità del lavoro sia del regista, sia degli attori, che siamo riusciti a trasmettere il messaggio a tanti spettatori”. Considerato l’importanza di investire in conoscenze, non possiamo non stuzzicare, il nostro prestigioso interlocutore, con una domanda riguardante i ridotti investimenti in cultura da parte del nostro governo rispetto ad altri paesi europei.

Confermando con un accenno della testa la nostra non tanto velata critica, ci risponde che dobbiamo crescere sotto questo profilo, “bisogna portare i giovani a ridurre questo distacco dalla cultura perché i giovani l’apprezzano soprattutto se sono prodotti di qualità e questo per stimolarli a dare il loro apporto per rialzare le condizioni del nostro paese, anche attraverso il nostro esperto personale imprenditoriale così come stiamo facendo noi adesso senza aiuto da parte delle istituzioni. Dunque, riversiamo, stimoliamo, coinvolgiamo tutti gli interessi e l’entusiasmo da parte di questi ragazzi e penso che questo sia una leva importante che può fungere da grande stimolo per le nostre istituzioni a investire di più”.  Una calorosa stretta di mano e un in bocca a lupo conclude la lunga mattinata di una conferenza stampa trascorse tra “inferno, purgatorio e…paradiso”.

Catania, 16 febbraio 2020

Concetto Sciuto  per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Manlio Grimaldi per Sport Enjoy Project Magazine )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com