Carlo Verdone ci ricorda che… “Si vive una volta sola “.

Volto tirato e stanco per un tour, come ha dichiarato lui stesso, molto impegnativo, quasi “delinquenziale”. L’intramontabile simpatia racchiusa in qualche battuta che ha suscitato più di un’ilarità com’è nel suo stile romanesco e, “scortato” dalla bella e simpatica Anna Foglietti e dal “tenebroso” Rocco Papaleo, si è ugualmente concesso alle numerosissime domande dei giornalisti. Parliamo di Carlo Verdone che mercoledì scorso ha presentato, in conferenza stampa a Catania, il suo ultimo film “Si vive una volta sola”. Tantissime sono state le curiosità dei giornalisti riguardo quest’ultima sua fatica cinematografica, la ventisettesima di una lunga e ricca carriera, con decine di domande a cui, nonostante la stanchezza, ha risposto senza avarizia nei contenuti. I primi dieci minuti della conferenza sono trascorsi, però, con una descrizione del film che ha messo in luce il suo leitmotiv dove l’amicizia, declinata in varie maniere, racconta Verdone, è il tema su cui ruotano intimi sentimenti frustrati e le tante gracilità di quattro professionisti, così bravi nel loro lavoro, quanto maldestri nel backstage della loro vita privata. Un film corale, “con attori che non avevo mai lavorato con me” e la sua forza è stata, quasi per empatia con la sceneggiatura (aggiungiamo noi), il grande feeling che si è creato tra di noi “con una amicizia che dura anche nel privato ed è stato un privilegio lavorare con loro”, afferma con estrema sincerità il regista romano. Incalzato dalle domande, ad esempio se teme il feedback del pubblico, Verdone risponde che il suo non è un film che cerca solo l’incasso, perché loro, in ogni caso, hanno messo il cuore nel provare a fare un buon prodotto a prescindere, e in passato sarà anche capitato di non aver fatto tutti ottimi film ma oggi, alla sua età, “non devo dimostrare più nulla”. Una battuta detta con tanta schiettezza che suscita un applauso spontaneo tra i presenti. “L’importante è non essere mai superficiali e approcciarsi con la giusta “agitazione” perché, in ogni caso, ti stai giocando un anno di lavoro”. Poi è la volta dell’unica donna del quartetto dei protagonisti del film, già proprio lei, quell’Anna Foglietti tanto apprezzata in “Perfetti sconosciuti”, e in altre performance cinematografiche, che risponde alle curiosità dei giornalisti sul ruolo da lei interpretato. Ammette con gioia, l’attrice romana, che finalmente ha ricoperto un ruolo dove non è stata racchiusa nei soliti, desueti, stereotipi, perché in questo film lei “ha una collocazione forte e non il solito cliché richiesto ad una donna. Ed è stato un piacere lavorare per la prima volta con un mio mito da ragazza come Carlo Verdone, mentre con Papaleo è stato un momento lavorativo per consolidare la nostra vecchia amicizia”. E tra una domanda e l’altra, il regista, ritornando al senso del film, precisa che si tratta di una storia che “parla anche di solitudini che oggi sono peggiori rispetto a ieri”. E, con un affondo velato da sana polemica, fa un cenno alle problematiche moderne tra disoccupazioni, vitalizi esagerati, ragazzi che scappano all’estero, ci si accorge che “una volta c’era più umanità, mentre oggi la globalizzazione ha appiattito tutto, si è tutti uguali, dall’uso dei social, al taglio dei capelli, si sono persi i rapporti che c’erano una volta nei quartieri e queste problematiche li portiamo nello schermo, nella commedia. E credetemi, conclude, è più difficile fare una commedia che un film drammatico”.

Per ciò che riguarda le motivazioni che gli hanno suggerito il titolo del film, sempre Verdone ci racconta, con la sua solita verve umoristica, un simpatico aneddoto del 1977 quando, alla vigilia di una delle sue prime performance, paralizzato dalla paura di affrontare i più importanti critici teatrali, stava per rinunciare a salire sul palco quando la mamma, donna energica e decisa,  lo cacciò a pedate da casa urlandogli contro di non temere nulla perché tanto…” Si vive una volta sola”, un modo di dire sempre valido in più di un contesto. Mentre a una nostra domanda, se il film rappresenti qualcosa del suo privato, dopo aver portato per qualche secondo il suo famoso sguardo con gli “occhi all’insù…”ci risponde con un tentennante no, non credo che ci sia qualcosa di privato.

Un’ultima tirata di orecchie è stata dedicata ai romani sempre più indisciplinati in una Roma già di per sé con mille problemi di traffico e questo, conclude Verdone, è uno dei tanti motivi perché ha preferito una location diversa dalla capitale, oltre per le bellezze naturalistiche pugliesi. Si è conclusa così, con questa battuta, la prima parte di un’intesa conferenza stampa che è poi proseguita con le interviste per le radio e per le tv private, per un trio che, ribadiamo, non si è mai sottratto al fuoco incrociato delle domande da parte dei tanti giornalisti e di questo li ringraziamo di cuore.

Catania, 23 febbraio 2020

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com