L’ Italia dello stop and go… ma quando la terza scelta?
L’ Italia dello stop and go… ma quando la terza scelta?
di Concetto Sciuto
Non sarà un countdown. Questo, ci si augura, sia chiaro a tutti perché, il fatidico quattro maggio, dovrebbe essere più simile a un lento rompete le righe che a un assalto all’arma bianca per riprenderci ciò che ci apparteneva, come le nostre abitudini di sempre, magari pensando di ricominciare esattamente dove c’eravamo lasciati. No, no e ancora no, dicono gli esperti. Pertanto: calma e gesso. Lunedì saranno (o dovrebbero essere) solo le prove generali di una ripartenza lenta, graduale, scaglionata, poi, che questa sia eguale nelle modalità per tutte le regioni è un altro discorso che di certo non sta a noi poter disquisire.
Inoltre, con altissima probabilità, questo famoso quattro maggio, potrebbe significare anche un salto all’indietro in un passato in cui non si è più certi di ritrovare ogni cosa al suo posto così come ci si era abituati a vederla e a viverla, compreso il sorriso nascosto dietro una mascherina. E, sotto alcuni aspetti, si continuerà in regime di semi reclusione, magari consumando l’ultima dose di quel potente “antidolorifico” chiamato abitudine che ci ha coadiuvato, in questi mesi, nel prendere le giuste contromisure, supportandoci in quella prima fase di riadattamento rispetto a consuetudini sature d’inderogabili reiterazioni gestite spesso a velocità parossistiche e sperimentando, tra pareti, balconi e terrazze, nuovi vacui, incorporei, diafani ritmi: migliori? peggiori?
Ognuno decida per sé e con sé, di certo sono stati ritmi diversi da ciò a cui eravamo abituati, analizzabili, entrambi, nella loro macro e micro-diversità per provare a coglierne pregi e difetti nell’uno e nell’altro. Di questi su tutti: più pregni di legami sociali i primi, più umanizzati, nella loro lentezza, i secondi.
Sperimentati entrambi, possiamo serenamente affermare che non esiste un paradigma che vada bene in assoluto e, soprattutto, per sempre.
Ma in questo dicotomico dissertare, tra i nostalgici in attesa di ritornare al tempo che fu e tra chi, in fondo, adesso gli può stare anche bene lo smart working e il tempo ritrovato da dedicare a hobby impensabili, non si può non fare a meno di considerare quell’elemento che, senza dubbio, ci accomuna tutti, un elemento chiamato: libertà di scelta.
Sì, perché in questo lento affogare nel mare delle (inevitabili) costrizioni, (ri)modellate a tempo di Dpcm, abbiamo messo nel medesimo freezer dove è stato accumulato cibo su cibo (non si mai) anche questo prezioso concetto come la libertà di decisione, di scegliere come strutturare le nostre giornate, concetto così caro e così sempre messo sotto assedio, in passato, dalla civiltà dei consumi e dell’apparire, oggi da un microrganismo altamente letale. “Liberi di…” che diventa molto più di “claim” perché, adesso che abbiamo avuto l’occasione di comprendere e mettere a confronto il nostro tempo biologico e relazionale nelle due diverse modalità, ci manca però quest’ultima, indispensabile, condizione: la possibilità di usufruire in toto di quella terza scelta che darebbe senso, orientamento e scopo alle prime due. Ed è per questa che seriamente dovremmo augurarci di poterci attivare presto per un vero countdown che per adesso, se abbiamo capito bene, non è scandito né in ore, né in giorni e ciò, permetteteci, umanamente, mette tanta ansia quanto possa metterne lo stesso Covid-19.
Catania, 1 maggio 2020
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google mmagini nextquotidiano.it )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com )
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