Vox populi: un punto al posto del nulla.

di Concetto Sciuto

Per adesso di più non si poteva chiedere. Il pareggio sembrerebbe il lucido riflesso di un equilibrio precario che va ben oltre l’incontro calcistico. Problematiche tecniche, come una formazione per otto/nove undicesimi tutta rinnovata, e lungaggini “burocratiche”, non ultimo i quattro punti di penalizzazione come vestigia di un (doloroso) passato sempre più da dimenticare, continuano, indirettamente, a incidere sulle claudicanti (leggi anche Coppa Italia) performance dei rossazzurri. Almeno, fino adesso, nessuno cerca inconsistenti alibi o puerili scuse a cui appellarsi o, peggio ancora, scaricando a destra e a manca colpe proprie. Fino a quando non ci si tirerà fuori dalla melmosa palude dei debiti sarà così, piaccia o non piaccia. I miracoli non sono infiniti, ancora è in essere quello del 23 luglio, e in attesa di qualche “Zio d’America” verace si navigherà, se non proprio a vista, nemmeno con il satellitare, ma crediamo affidandosi alla Stella Polare della buona volontà, come quella di fare solo il bene della Società Calcio Catania. Almeno, fino ad oggi, così sembra. Però, questo limbo in cui ancora siamo tutti immersi (tifosi compresi) fin quasi alla punta del naso, non giustifica, di certo, un campo di calcio ridotto in quello stato pietoso che, oltre a offendere la vista, diventa ulteriore elemento di “disturbo” di una già precaria condizione tecnico/atletica tuttora in fase di definizione. Chi ha delle responsabilità di questo scempio si faccia avanti, Catania non merita questa vetrina!  Per il resto occorre pazienza, pazienza e ancora tantissima pazienza, compreso il fatto di non potere occupare quelle tribune svuotate da quella componente essenziale che si nutre di un’equa miscellanea di umanità e passione, di tifo e fede, di rosso e azzurro. Dimenticavamo: c’è stato anche l’incontro di calcio contro una modesta Paganese che possiamo descrivere in sette righe, con un primo tempo inconsistente, soporifero, tecnicamente non giudicabile. Una probabile “strigliata” negli spogliatoi da parte di mister Raffaele, e qualche cambio azzeccato, hanno salvato il salvabile con un pari acciuffato nei minuti finali che, insieme a sprazzi di gioco misto a orgoglio, ci permette, se non di sperare in ambite mete, almeno di credere in un futuro meno buio. Anche perché, come a conforto, non è che dalle parti della Sicilia occidentale le cose vadano molto meglio. Sintesi di tutto ciò? Fino a ieri rischiavamo di essere fagocitati dal “nulla” del dilettantismo, oggi è arrivato il primo punto dell’era post Pulvirenti, visto da questa prospettiva: accontentiamoci.

Catania, 28 settembre 2020

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini catanista.eu )

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