Vogare dall’azzurro del mare fino a quello… della maglia. La donna Elena e l’atleta Armeli ci/si rivela
Sedicesima uscita della rubrica ‘Ti dipingo così … A tu per tu, a parlar del più e del meno, con …’ a cura di Concetto Sciuto
Vogare dall’azzurro del mare fino a quello… della maglia. La donna Elena e l’atleta Armeli ci/si rivela.
di Concetto Sciuto
Personaggio poliedrico con mille e più anime che convivono in un corpo d’atleta, pur salvaguardando una femminile grazia. Lei è Joana Elena Armeli, campionessa di canottaggio, e non solo. Istruttrice di canoa, canottaggio e corsi di avviamento, e non solo. Esperto tutor sportivo per la scuola primaria, e non solo. Docente formatore “applicazione taping elastico”, e non solo. Operatore della comunicazione, e non solo. Ok, va bene, meglio stoppare qui un elenco che rischia di allungarsi quasi senza soluzione di continuità per una ragazza che sembra avere accumulato il doppio di anni d’esperienza rispetto alla sua giovane età, e che di certo non conosce il termine noia o cattivo uso del tempo. Così concordiamo che la nostra chiacchierata dovrà, per forza di cose, anzi di “troppo cose”, essere racchiusa in una sintetica dicotomia: l’atleta Armeli e la donna Elena, idea che piace alla nostra interlocutrice e che ci/si predispone per una piacevole, quanto scorrevole, intervista. Sì, perché non vi abbiamo detto, ma c’era da immaginarselo, che riuscire in questo turbinio di attività a trovare mezz’ora del suo tempo libero(?) è stata un’impresa pari quasi alle sue nel canottaggio, decidendo di comune accordo di cominciare proprio dalla…
Atleta Armeli.
Ed è la solita domanda di rito, un classico di questa rubrica, che farà anche questa volta da incipit, chiedendole cosa ha inciso nel suo passato a indirizzarla in questa, impegnativa, attività sportiva. Riceviamo una risposta semplice che afferisce al più classico dei motivi come quello di emulare la passione di un genitore, in questo caso il papà. “Sulla mia decisione di fare sport a livello professionistico ha inciso molto mio padre che è stato un atleta che gareggiava gli 800 e i 400 metri. Dopo il matrimonio ha appeso le scarpette al famoso chiodo, e il suo amore per lo sport me lo ha trasmesso pur senza mai obbligarmi, difatti desiderava che io intraprendessi l’atelica, e alla fine ho deciso che vogare sarebbe stata la mia scelta definitiva.”
Altro elemento, ci confida Armeli, che questa passione un po’ per tutti gli sport le è stato “indotto” anche dalle innumerevoli ore e ore trascorse, sempre con papà, incollata davanti la Tv a guardare gare sportive, ed è stato lì che ha “imparato” a remare osservando i campioni di canottaggio. A questo punto diventa prorompente la curiosità di chiederle quante ore si allena al giorno e per quanti giorni la settimana, e se pur coscienti di quanto possa essere impegnativa questa disciplina, a dir poco stacanovista, ascoltare la sua risposta ci coglie ugualmente impreparati nel contenere un sincero stupore.
“Tutti i giorni della settimana per due volte al giorno, tranne la domenica con una sola seduta di allenamento ma che dura di più. E sono ben quattro ore al mattino e quattro tra l’ora di pranzo e il pomeriggio per un totale di circa nove ore al giorno tra la sezione di allenamento in barca e il tempo trascorso in palestra. E nel momento che senti la fatica addosso, e magari vorresti mollare per un attimo, basta pensare che in questo preciso momento la tua avversaria si sta allenando più di te per batterti!”
Nulla da eccepire, e se nutrissimo qualche dubbio su questo suo indefesso impegno, basterebbe dare uno sguardo al suo elenco infinito di risultati ottenuti fino adesso per essere certi che è ciò che dice è tutto vero, non fosse altro che le vittorie parlano per lei!
Poi spostiamo l’asse delle curiosità su quale combinazione preferisce gareggiare tra Singolo, Due di coppia, Due senza o il Quattro e non solo per una questione tecnica, ma anche per comprendere cos’è che si avvicina di più al suo carattere.
“Io ho sempre fatto il Singolo più per una scelta “obbligata” perché in società non ci sono alti senior, anche se in realtà la barca che mi rispecchia maggiormente, e dove rendo di più, è il doppio”.
Poi aggiunge che “il Singolo è una realtà “strana” perché a decidere sei da sola e se molli lo fai con te stessa, mentre nel doppio, pur se è sempre il capo voga a dare il ritmo e il passo, se stai per cedere c’è la voce della compagna che ti sprona e il bello sta proprio in questo.”
Dicevamo del suo curriculum da fare paura con oltre cento gare dove la vedono quasi sempre al primo posto, conseguenziale chiederle: cosa manca adesso per renderla pienamente soddisfatta?
“Vorrei vincere un Campionato Italiano in singolo dove sono arriva seconda lo scorso anno, peccato perché mi è sfuggito per un errore mio dovuto alla mancanza di esperienza nelle gare sul fiume, considerando che noi voghiamo sul mare ed è diverso e poi… sinceramente indossare la maglia azzurra.
Lo immaginavamo già, nel formulargli la domanda, quale potesse essere il suo più grande sogno che, in fondo, è quello accomuna un po’ tutti gli atleti che svolgono con seria dedizione la loro attività sportiva. E forse è stata una delle poche volte che abbiamo percepito un leggero tremolio nella sua voce imputabile, naturalmente, all’emozione che può provocare desiderare una tale ambita meta. Poi, incrociando le dita di mani e…piedi, aggiunge che per questo sogno bisognerà aspettare il raduno della selezione, e magari non fosse per l’anno prossimo più di un pensiero sta prendendo corpo per “Parigi 2024” dove spera proprio di esserci.
Toccato l’argomento Olimpiadi, eccoti pronta la battuta, magari un poco scontata, ma che si lega bene al contesto.
Ha mai sentito parlare dei fratelli Abbagnale? Ricevuta un’artificiosa risata, dettata più dalla sua cortesia di nascondere l’ovvietà della risposta alla poco originale domanda, la replica è quanto di più genuino ed efficace si possa ascoltare.
“Diciamo che ho iniziato per loro, erano i miei miti, so che si allenavano anche il giorno di Natal perché, come dicevo prima, quello che perdi in quel giorno dove hai deciso di non allenarti, il tuo avversario lo sta guadagnando e sinceramente spero di riuscire ad emularli.”
Emularli? Quindi avremo una medaglia olimpica nel canottaggio femminile?
“Spero di sì ovviamente, anche se io rimango sempre umile qualunque cosa possa vincere”. Una apprezzabilissima risposta che ci fa anche da buon viatico per scoprire adesso la…
Donna Elena.
Riposte le numerose pagine del suo curriculum sportivo, proviamo adesso a spulciare quello personale, altrettanto ricco quasi quanto il primo, per capire che la comunicazione è nel suo DNA, in ogni sua forma. Leggiamo che Elena ha ottime capacità di relazione, come parlare in pubblico, e anche di scrittura, una peculiarità che fomenta un dubbio che sta alla base della prossima domanda: ci perdoni, ma questo non è in contraddizione con le ore e ore trascorse da sola, o al massimo in quattro, ma sempre impegnata in canoa a remare?
“No, perché io poi lavoro con gli altri, non dimentichiamo che ho anche i ragazzi con cui dialogo tantissimo insieme ai loro genitori. Fare l’allenatrice di cabotaggio significa soprattutto relazionarsi. Così, appena smetto l’allenamento mattutino (alzandomi alle cinque), prendo in consegna il turno master e finito l’allenamento pomeridiano preparo i ragazzi, quelli che in Sicilia hanno più titoli.”
Nessun problema d’identità? Le chiediamo in maniera spontanea senza afferire a derive retoriche/sarcastiche.
“Nessun problema di identità, tranquillo, riesco a cambiare ruolo restando sempre me stessa”. Risposta accompagnata da un sottofondo di risata che proviamo a smorzare con una curiosità che si nutre dal più tradizionale gossip.
Ci perdoni, a questo punto un nuovo dubbio acquisisce sempre più forza e che vorremmo dissipare: ma nella vita oltre remare ha altri interessi “personali”, cioè, non le chiediamo in maniera diretta se è fidanzata, ma in generale come fa a gestire i sentimenti?
Riceviamo una risposta secca e anche questa esente da qualsiasi tentennamento: “non sono fidanzata perché era (ed è) un poco complicato avere un compagno e per ora va bene il mio stato di single. Ovviamente è inevitabile che un ragazzo, vuoi o non vuoi, alla fine ti fa sempre fretta, magari dopo aver aspettato per ore. Inutile, se sei impegnata come lo sono io difficile gestire un rapporto stabile e così i sentimenti li riverso sulla mia nipotina, sugli amici, sulla famiglia.
Leggiamo dal suo curriculum che si ripetono diverse volte la voce istruttore, tutor, fare la docente è il futuro già scritto di Elena Armeni?
In realtà non è ancora scritto anche se ho già insegnato a scuola cultura sportiva, però mi vedo come allenatrice un po’ come Marco Costantini Tecnico del Settore Canottaggio – Organizzatore e Coordinatore dell’attività Agonistica – Ricercatore e Selezionatore di Giovani Talenti.
Vorremo conclude questa intrigante, quanto veloce, intervista con un finale a sorpresa, così le poniamo una domanda particolare, di certo inaspettata. C’è qualcosa che desiderava le chiedessimo e non le abbiamo chiesto?
“No, sono state tutte domande esaustive che hanno centrato in pieno gli aspetti principali della mia attività sportiva e privata.”
Bene, soddisfatti di essere riusciti a descrivere in maniera sintetica quella che è una promessa azzurra, stiamo per salutare quando la stessa Elena, con entusiasmo misto a emozione, si ricorda che ci sarebbe un altro evento meritevole di essere citato nella nostra conversazione, come quello di aver ricevuto dal Principe Alberto di Monaco in persona un invito alla “Prince Albert Regatta” che si svolgerà a dicembre. Un tocco di regalità che, per una ragazza tutta acqua, remi e sapone, non guasta mai.
Catania, 11 ottobre 2020
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto google immagini canottaggio.org )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
Facebook comments:
Lascia un Commento
Occorre aver fatto il login per inviare un commento