I miei primi cinquant’anni: il cinema di Tony Morgan tra passato, presente e… (roseo) futuro
I miei primi cinquant’anni: il cinema di Tony Morgan tra passato, presente e… (roseo) futuro.
di Concetto Sciuto
A tratti ingestibile, genuinamente istrionico, attore per indole e vocazione, passionale sempre, stiamo provando a descrivere, in maniera sintetica, quel folletto mai domo di Tony Morgan prima di inerpicarci nel raccontarvi la sua vita (ben) spesa nel dorato, ma di certo non semplice, mondo del cinema.
E perfino qualche minuto prima di iniziare la nostra chiacchierata non riesce a domare la sua natura burlesca destreggiandosi, di colpo, tra i tavolini del bar per mostrarci un accenno di ballo che ci riporta alla sua indole da cabarettista innato. Tuttavia, appena abbiano incominciato questo nostro amichevole colloquio, e formulate le prime domande, in maniera repentina sparisce questo suo essere istrione e con tono serioso ci/si racconta mezzo secolo del suo cinema, quello spericolato a cavallo degli anni 70/80. Una mutazione fonica e mimica che diventa inoppugnabile indice di come Tony ami questo lavoro e di come lo rispetti non derogando mai, per tutto il tempo della nostra chiacchierata, da questo suo aplomb professionale. E come prima domanda gli chiediamo a che età è nata questa passione e se c’è stato un evento in particolare che l’ha spinto nell’impalpabile mondo della celluloide.
“Come tutti i ragazzi del Sud coltivavo dentro di me questa passione per il teatro e il cinema tipica degli anni Sessanta/Settanta decidendo di fare il famoso passo più lungo della mia gamba. Così, andando un po’ controcorrente rispetto a migliaia di miei conterranei che cercava lavoro in fabbrica, provai a esaudire questa mia grande ambizione determinato com’ero di realizzare un sogno che, premetto, non è stato per nulla facile.
Arrivato a Roma, dove a volte ho dormito perfino in stazione, ho cominciato a fare diversi provini e alla fine ho debuttato al teatro Volturno dove, finalmente, ho ottenuto i primi giusti riconoscimenti continuando testardamente, dopo l’esordio, alla ricerca di una definitiva affermazione nel cabaret.”
C’è un attimo di pausa nello sguardo di Tony prima di decidere di andare avanti in questo suo riavvolgere il nastro della memoria, ed è un misto tra entusiasmo e malinconia come se rivivesse quegli spericolati primi anni di gavetta, economicamente poveri ma ricchissimi di una immensa voglia di fare e di arrivare alla meta prestabilitasi. Poi ricomincia…
“Da quel momento sono entrato nel mondo dello spettacolo per approdare poco dopo a quello del cinema. Sì, ricordo anche che ci fu un evento in particolare che mi fece convincere definitivamente di aver intrapreso la giusta strada e fu quando iniziai l’avanspettacolo. Un giorno mi chiamarono al Piper di Roma perché erano interessati a una scenetta siciliana molto carina che faceva parte del mio repertorio e serviva come apripista per la presentazione di “Due sul pianerottolo” con il grande Macario e Rita Pavone. Naturalmente la sala era sempre piena di registi e attori e, grazie ai primi articoli dove descrivevano anche il mio spettacolo, da quel momento iniziò ufficialmente la mia carriera.”
Facendo appello al piglio della sua voce e alla lucentezza dei suoi occhi nel raccontarci questi suoi primi anni difficili ma formanti, diventa quasi consequenziale la seconda curiosità: Tony cosa ti dato e cosa ti ha tolto il cinema?
“Mi ha dato una grande possibilità di visibilità ma la cosa più importante è che io non ho mai rincorso il cinema, se qualcosa ho rincorso è sempre stata la mia vita e sono l’uomo più felice al mondo per il solo motivo che non mi sono mai preso sul serio. Prima, dunque, c’è sempre stata la mia vita, anche se il cinema l’ho affrontato con immutata serietà non fosse altro che mi sono ritrovato con grandi registi come Monicelli, Vanzina, Steno, Corbucci. Naturalmente ho conosciuto tutti i grandi attori della commedia all’italiana tipica degli anni 70/80 e sono stato orgoglioso di aver fatto parte di quelli che erano i caratteristi del Cinema italiano. Ribadisco, il cinema mi ha dato tanta visibilità e confesso che non mi ha tolto nulla perché sono stato io a fare un passo indietro quando occorreva per curare più la mia vita che questo lavoro.”
Sarà tutto vero? Solo chi era presente vi può confermare che nessuna titubanza ha mai frenato queste sue affermazioni che denotano una palpabile sincerità in queste sue parole. Poi la classica curiosità che ci spinge alla ricerca del suo Pigmalione chiedendogli quale attore ha inciso sulla sua carriera. E riceviamo una risposta che, a distanza di quasi mezzo secolo, ancora rimane fitta nel mistero perché…
“Ce ne sono tanti ma io penso più di tutti Franco Franchi perché lui aveva capito la mia grande voglia e amore per questo mestiere. Ricordo di aver fatto un provino al Volturno e, anche se non ho mai avuto la conferma, sono quasi certo che ci sia stato il suo zampino. Difatti, ho intuito che fu proprio lui che propose al Direttore di mettermi alla prova per avere la certezza se questo pazzo avesse talento.”
Il tempo di sorseggiare un caffè ed ecco che arriva il momento della solita domanda “provocatoria” chiedendogli: e chi ti ha deluso di più?
Tony non vorrebbe fare nomi e il silenzio diventa il nostro unico interlocutore per un tempo che sembra infinito. No, non è per omertà, questo lo si comprende all’istante, ma sempre per quel rispetto che Morgan ha per il suo mondo, colleghi compresi.
Comunque, alla fine ci rivela un piccolo segreto raccontandoci che con Carmelo Bene dovevo fare qualcosa d’importante e poi… senza un apparente motivo sfumò tutto come si dice in questi casi: dalla mattina alla sera.
“E per un giovane che gli dai una speranza e lo fai sognare è stato un colpo durissimo. Ma per un sogno svanito (un inciso importante su questo episodio non mi sono pianto addosso) tanti altri dovevano realizzarsi grazie alla mia caparbietà.”
E continua il nostro interlocutore saltando a piè pari da questo aneddoto poco simpatico a ricordi più piacevoli e… che ricordi!
“Ho conosciuto anche Marcello Mastroianni agli studi De Paolis mentre ero lì per un provino e non solo lui perché, il caso ha voluto, che quel giorno entrassero in studio anche Giulietta Masina e…l’immenso Federico Fellini e io, da sbarazzino qual ero, ho detto che il grande Fellini non avrebbe mai stretto la mano a un attore piccolo come me. E Fellini dall’alto del suo metro e novanta mi domandò: “Chi sei?” Sono il presentatore del Volturno e la Masini mi abbracciò! Un bel gesto che mi infuse una carica immensa che forse, non lo nascondo, dura ancora oggi”.
Su quest’onda emozionale, come quella che solo questo tipo di ricordi possono dare, arrivare la domanda ad hoc: quale film ti è rimasto di più dentro?
“Il primo”, risponde Tony in maniera magari scontata ma di certo perentoria e senza ripensamenti. “La prima notte di nozze” di Corrado Prisco e poi ricordo anche quello con la regia del grande Monicelli in “Signori e signore buona notte” dove non potrò mai dimenticare che dall’emozione non ho spiccicato una parola finché non venne Croccolo e mi disse dopo avermi aggiustato la cravatta: “Vai ragazzo e spacca” cosa che ho fatto. Ma mi è rimasto nel cuore anche Corbucci in “Squadra antifurto”, ma io per indole mi sono sempre innamorato dei miei colleghi e devo a loro un immenso “grazie”!”
Fai cinema da cinquant’anni e sappiamo bene che non vorresti mai smettere pertanto la domanda è d’obbligo: cosa c’è nel tuo futuro?
“Mezzo secolo vissuto davanti a una cinepresa ed è inutile nasconderlo che quando entro nel mio studio, inondato com’è da migliaia di articoli, scende giù più di una lacrima, naturalmente è un pianto di felicità perché sono stati cinquant’anni spessi bene per una vita meravigliosa. Lo ammetto, e lo confermo, sono orgoglioso di ciò che ho fatto, come quello di aver intrapreso un sogno e non averlo mai più lasciato, e questo sogno per me continua ancora a settantuno anni tanto è vero che stiamo programmando di girare un nuovo film dal (probabile) titolo “Emozioni” che sarà girato quasi interamente a Paternò e con alcune riprese anche a Taormina. Un film scritto da me e anche la regia sarà mia, mentre la sceneggiatura sarà in collaborazione con Roberta Arnone e alla produzione ci sarà l’amico Angelo Milazzo. Quest’ultimo, oltre all’antica stima e amicizia che ci lega, è una persona che vuole crescere e mettersi in gioco in maniera concreta. Difatti, sta mettendo su un bel progetto grazie a una nuova struttura la “Resort Torre Nur” che è in fase di completamento, struttura che sarà dedicata anche a eventi culturali e teatrali e, cosa principale, Angelo ama circondandosi di collaboratori giusti e concreti che possano portare avanti questi progetti.”
Possiamo anticiparvi, con un piccolo margine di errore, che il ciak del film sarà entro l’estate del 2021 e questo è il futuro creativo di Morgan.
Ma, considerando che il prossimo anno è troppo lontano per uno indomito stacanovista qual è Tony, sappiamo che ha già in cantiere un altro film dal titolo “Bacio” un corto scritto, diretto e sceneggiato in collaborazione sempre con Roberta Arnone per una produzione di Jacopo Dotti.
Le riprese dovrebbero iniziare i primi di dicembre 2020 tra le splendide stradine del comune di Cittadella (PD) a fare da amena location alle scene del film. Una chicca sarà la presenza nel cast di due giovanissime promesse siciliane come la quindicenne Giada Giordano, che si è già fatta notare anche (o soprattutto) per le sue non comuni doti canore, e la dodicenne Giada Bucca. Ci sarà, dunque, anche un pezzetto di Sicilia perfino nella settentrionale provincia di Padova, una scelta che denota, ancora una volta, come Tony non dimentica mai di valorizzare, attraverso i giovani, la sua terra natia. E questo che vi abbiamo raccontato è stato il primo mezzo secolo di cinema di Tony Morgan con alcune anticipazioni di ciò che sarà, quasi certamente, l’incipit del suo prossimo… mezzo secolo? E perché no? I suoi fan, e non solo, glielo augurano di cuore.
Catania, 18 ottobre 2020
Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine
( fonte foto Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com
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