Catania battuto nettamente a Bari ma è una sconfitta piena di attenuanti.

di Tino La Vecchia

Il Catania non giocava a Bari dalla disgraziata stagione 2014-15. Per intenderci quella dei famigerati «Treni del gol», quella che ha visto Pablo Cosentino, sportivamente parlando, fare più danni di una bomba atomica. Il Catania, appena retrocesso dalla serie A, partiva con l’etichetta di squadra da battere, ma dopo poche partite ci si accorgeva che la verità, purtroppo, era un’altra. Esonerato dopo appena tre gare Pellegrino, la squadra veniva affidata a Giuseppe Sannino che entrava subito in polemica col preparatore atletico Giampiero Ventrone, fino ad arrivare allo scontro.   Il tecnico sbatteva la porta ed andava via alla vigilia della gara casalinga contro il Brescia. Le ragioni stavano tutte dalla parte del pelato tecnico: il Catania subiva più infortuni muscolari di tutta la serie B messa assieme. Ritornava Pellegrino ma durava solo tre gare e la squadra veniva affidata a Dario Marcolin. Finalmente, dopo l’ennesimo infortunio in gara dopo 15 minuti, e la sconfitta rovinosa in casa col Frosinone, Pulvirenti, con colpevole ritardo, si liberava di Ventrone. Si doveva giocare la 29^ giornata di campionato e il Catania si presentava a Bari a quota 28 nel terzetto delle ultime in classifica. Soprattutto, si presentava privo di diversi titolari, fra questi Calaiò e Maniero, che in quel campionato segneranno 18 reti a testa, anche se Maniero, prelevato a gennaio, dopo l’ennesima rivoluzione operata da Cosentino, 12 reti le aveva segnate con la maglia del Pescara. Il Catania giocava una gara giudiziosa e sfiorava il colpaccio passando in vantaggio all’83’ col giovane Mattia Rossetti. Ma era una stagione nata male e finita peggio e il Bari in chiusura di gara agguantava il pareggio al 90’ con De Luca. Le strade delle due squadre si dividevano. Mentre il Catania subiva la vergognosa retrocessione in terza serie, il Bari rimaneva in B e lottava per la promozione fino a quando doveva arrendersi a un fallimento che poteva essere evitato. Ripartito dalla serie D e passato in mano al potente De Laurentis il Bari conquistava subito la serie C e lo scorso anno partiva con l’etichetta di favorito. Ma proprio mentre il Catania alla 31^ giornata doveva recarsi a Bari, il campionato veniva bloccato per la pandemia da Covid. Lo scorno dei pugliesi era grande perché la sospensione del torneo e la classifica congelata impediva ai Galletti di poter raggiungere la Reggina, ammesso che nelle ultime otto gare fosse stato possibile. La sorpresa veniva dalla Finale dei Play off dove il Bari era costretto ad arrendersi, non senza polemiche alla Reggiana.

La squadra di Luigi De Laurentis, figlio del boss Aurelio, anche quest’anno è partita con l’etichetta di “ammazzacampionato”, affidando la panchina a Gaetano Auteri, “storico nemico giurato” del Catania, ma anche quest’anno, per chi vuole tutto e subito, i primi risultati sono stati deludenti. Almeno tali sono stati considerati 3 vittorie e 2 pareggi. Il Catania si presentava così a Bari con il ruolo di “agnello sacrificale”. Raffaele dal canto suo si presentava col 3-5-2, intenzionato a vender cara la pelle. Il Catania, dopo il malessere che l’aveva escluso dalla sfortunata gara con la Ternana, ritrovava Tonucci che con Claiton e Silvestri componeva il trio di difesa davanti a Martinez. I cinque di centrocampo si integravano con i due davanti, pertanto il resto della squadra era composto da Calapai e Pinto sugli esterni, Rosaia, Izco e Maldonado a centrocampo con Gatto. L’unico un po’ più avanzato era Emmausso. Restavano in panchina Biondi e Pecorino. Il Bari, da parte sua puntava sull’ex Antenucci per scardinare subito la retroguardia rossazzurra.

Primo tempo equilibratissimo ma dominato fino al 39’ tatticamente dal Catania. I primi tiri in porta, dalla lunga distanza, era del Catania. Al 10’ minuto i rossazzurri andavano in vantaggio: Izco dalla destra face proseguire Emmausso, sul cross interveniva maldestramente Matteo Ciofani, un passato al Frosinone, che beffava il proprio portiere. Il Bari subiva il colpo e il primo tiro in porta giungeva al 23’Lollo, uno che in passato ha dato molti dispiaceri al Catania, si inseriva dalle retrovie ma sul suo perfetto colpo di testa Martinez compiva una prodezza. Il Bari faceva solo possesso sterile ed era il Catania ad andare per due volte vicino al raddoppio, in particolare con un colpo di testa di Emmausso che usciva di poco. Ci pensava Di Cesare al 39’ con un’azione personale a riportare le squadre in parità. Il difensore, un vero lusso per la categoria, con oltre 300 presenze in serie B, si incuneava in area si liberava di due difensori e scaricava in porta rendendo vano il tuffo di Martinez. Si capiva che il Catania per portare via punti avrebbe dovuto soffrire. Al 48’ il Catania era parecchio sfortunato e si decideva la gara: Tonucci resta a terra e si toccava l’inguine. Anziché operare subito la sostituzione il difensore si rialzava e sull’immediato cross del Bari, visibilmente menomato, respingeva male di testa. Nuovo cross teso e Claiton nel tentativo di rinviare insaccava nella propria porta. Gara conclusa, anche se il Catania con generosità si portava in avanti e per dieci minuti buoni chiudeva il Bari in area, ma senza una punta di peso, otteneva solo quattro calci d’angolo consecutivi, alla fine saranno dieci. In una ripartenza il Bari la chiudeva davvero con Montalto, un altro lusso per la serie C, che era entrato a inizio ripresa. Per il Catania non c’era niente da fare, anzi arrivava una punizione eccessiva all’82’ quando il nuovo entrato Biondi, irriconoscibile, sbagliava un passaggio mettendo Citro a tu per tu con Martinez. Interveniva di dietro Calapai che lo sgambettava. Inevitabile il rigore e l’ammonizione. S’incaricava della trasformazione lo stesso Citro ma Martinez era bravissimo a respingere, il pallone restava lì e lo stesso Citro era il più lesto di tutti a ribadire in rete. Arrivava la seconda sconfitta consecutiva. Francamente il Bari, pur non brillando, ha ottenuto molto di più di quel che doveva. Fra Ternana e Bari molto meglio gli umbri, ma si sa Lucarelli non dà troppe garanzie e potrebbe, dopo quella buttata a Catania, farsi scappare un’altra promozione, visto che l’Avellino, che ha l’ex rossazzurro Maniero in squadra, sta viaggiando come un treno. Per il Catania l’obiettivo è quello di raggiungere i Play off e la squadra vista in questo primo scorcio di campionato dovrebbe farcela. Ma, a differenza delle big il Catania manca di un attaccante di peso e l’obiettivo richiederà fatica e coesione per essere raggiunto. Dopo le due grandi il Catania ritornerà in casa con la Vibonese e dovrebbe ritornare a far punti. Una vittoria, che non è poi così scontata, darebbe morale alla squadra.

Catania, 27 ottobre 2020

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini ansa.it )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com