Il Catania guadagna due punti dallo sconto della Corte d’Appello e un punto sul campo del Palermo.

di Tino La Vecchia

Quantunque ci si sforzi di ritenere la situazione normale di normale non c’è proprio nulla. Mai come adesso diventa attuale la celebre frase scritta da Lorenzo dei Medici con la quale afferma che del domani non c’è certezza.

Se nella massima serie, in nome degli interessi economici, la situazione attuale è stata egregiamente camuffata, in serie B sono affiorate in modo evidente tutte le problematiche. In serie C la situazione è diventata gravissima: senza pubblico, in tanti casi senza adeguate strutture, in tutti i casi in difficoltà economiche.

Per far risaltare meglio la situazione al limite del paradosso basta fare l’esempio del Palermo. I “cugini” della capitale iniziavano il campionato di serie C con l’etichetta di una delle squadre favorite per la vittoria finale del campionato. Ebbene, “doccia gelata” all’esordio, battuti senza attenuanti per 2-0 a Teramo, poi fermi senza poter giocare. Rinviata la gara casalinga della 2^ giornata contro il Potenza, la giornata che ha sancito l’assurda esclusione del Trapani dal campionato, alla terza di campionato il Palermo ha conquistato un pareggio a reti bianche a Terni. Risultato incoraggiante, vista la forza oggettiva della squadra di Lucarelli. Finalmente, il Palermo poteva giocare in casa, si fa per dire, e arrivava la sconfitta interna contro l’Avellino, poi la sconfitta di Bisceglie. Il Palermo all’ultimo posto? Aspettiamo l’immediato riscatto. Ma quale: tre gare rinviate per Covid: Palermo-Turris, Catanzaro-Palermo e Palermo-Viterbese. Ma che regolarità può esserci in questo andazzo. Lo stesso Catania obbligato a riposare per un campionato “zoppo” con 19 squadre, dopo la vittoria contro il Francavilla e le due brucianti sconfitte contro Ternana e Bari non si è potuto riscattare in quanto Catania-Vibonese è stata bloccata dal Covid. Intanto nel recupero di Catanzaro il Palermo, pur ridotto in dieci uomini, ha trovato allo scadere il pareggio.

Queste continue interruzioni, queste anomalie, hanno impedito a tutti di capire il reale valore di tante squadre, non lo capiscono i tifosi e forse nemmeno gli allenatori.

Con queste premesse Palermo e Catania, facendo di necessità virtù, hanno iniziato il loro derby. Negli occhi e nella mente dei tifosi di entrambe le sponde i risultati clamorosi e le reti spettacolari, credo che nessun tifoso di calcio, a prescindere dalla fede, potrà mai dimenticare la rete di Mascara con un tiro al volo scagliato da centrocampo. Nelle due squadre niente da poter paragonare ai grandi nomi del passato. Almeno nel Catania c’è Izco a ricordare che il Catania per otto anni consecutivi ha giocato in serie A. Per il Palermo basta fare i nomi di Dybala, Toni, Gilardino e Iličić, per avere la misura dei calciatori che hanno calcato l’erba del Barbera. Ma il passato è passato e non si può vivere prigionieri del passato.

La realtà attuale ci dice che il Catania, penalizzato di quattro punti, ha beneficiato di due punti di sconto. In pratica adesso è come se si fosse pareggiata una partita anziché vincerla. Insomma, la penalizzazione fa meno danno. La stessa realtà ci dice che il Catania si accingeva a disputare il derby, posticipato per ragioni televisive, in modo da dare ossigeno agli “affamati” tifosi di calcio, dopo due sconfitte e 7 reti subite. Non è stata una bella gara, in parte riscattata dal secondo tempo.

Primo tempo orribile con continui falli di gioco da entrambe le parti con Almici e Pinto che sin dalle prime battute di gioco pensavano più a bisticciare che giocare. Dopo 15 minuti fatti di niente sul primo calcio d’angolo il Palermo passava in vantaggio: il pallone perveniva a Saraniti che da distanza ravvicinata calciava di sinistro, Martinez era bravo a parare ma non tratteneva la palla sulla quale si avventava Kanoute che da due passi insaccava. Reazione del Catania assente. Al 23’ ancora il Palermo vicino alla rete con Saraniti che, dopo un rimpallo, si trovava solo in area. L’attaccante palermitano sceglieva la potenza e il pallone toccava la parte alta della traversa e andava fuori. Catania ancora inesistente e partita che diventava, se possibile, ancora più brutta di quel che era stata.

Non succedeva più niente, se non che prima veniva ammonito Pinto e cinque minuti dopo Almici. Le due squadre erano incapaci di indovinare tre passaggi giusti di fila. Comunque, molto meglio il Palermo del Catania, visto che i rossazzurri non tiravano mai in porta. In particolare assolutamente inconsistenti Reginaldo e Pecorino.

Le speranze venivano riposte nella ripresa, nei cambi che il Catania poteva permettersi, con 12 calciatori in panchina e il Palermo no, visto che oltre gli 11 in campo poteva solo contare del secondo portiere di riserva.

Inizia la ripresa e il Catania appare subito più propositivo, mentre il Palermo gioca a far trascorrere il tempo. Al 52’, finalmente si vede Pecorino che trova un varco ma viene steso. Maldonado batte malissimo la punizione che va diversi metri oltre la traversa. Al 57’ ancora Pecorino salta di testa ma non inquadra la porta da buona posizione. Reginaldo continua ad essere spettatore non pagante. Raffaele richiama Pinto, che era già ammonito, e Dall’Oglio e li sostituisce con Biondi e Izco. Curioso il commento televisivo che all’entrata di Izco in campo lo definisce un calciatore che ha una lunga esperienza avendo militato nel Cosenza e nel Chievo in serie A. Ma come si fa a dimenticare che ha giocato otto campionati in serie A col Catania?

Intanto, il Catania mantiene il pallino del gioco ma non riesce mai a tirare in porta.

Raffaele tenta il tutto per tutto e passa al 4-2-4 facendo entrare Piovanello ed Emmausso al posto di Rosaia e Claiton. Al 74’ Reginaldo si fa anticipare dal portiere e reclama un rigore che non c’è. Pochi secondi prima dell’80’ il Catania pareggia: spiovente in area e Marconi col braccio devia la palla sul braccio di Pecorino che controlla e insacca. L’arbitro convalida, il Palermo protesta, ma a toccare prima col braccio è il giocatore del Palermo e semmai sarebbe stato rigore.

Reazione di nervi del Palermo che subita la rete va vicino al nuovo vantaggio con un tiro di Rauti che Martinez para di piede. Le due squadre ci tentano fino alla fine, ma poco prima del triplice fischio, vista la stanchezza del Palermo, è il Catania più propositivo.

Pareggio giusto. Il Palermo con 12 calciatori positivi al Covid non poteva fare di più. Il Catania è apparso troppo nervoso, ma il suo secondo tempo è stato positivo. Adesso bisogna subito tornare a vincere, Covid permettendo.

Catania, 10 novembre 2020

Tino La Vecchia per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini gds.it )

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