Via loro, via noi.

di Concetto Sciuto

E così ci lasciano per sempre due attori, un musicista e un calciatore famoso nell’anno in cui, beffa nella beffa, è proibito al pubblico frequentare cinema, teatri, concerti e incontri di calcio. Qualcuno le chiamerà coincidenze, altri destino, altri ancora sfortunate coincidenze per un amaro destino. Per adesso sintetizziamo il tutto in un: maledetto 2020. Una semplificazione nata per esaurimento di ragionamenti basati su logiche “nostrane” dove si pone l’uomo al centro di tutto, illusorio padrone del suo futuro e di ciò che lo circonda. Bene, che questo modo di interpretare la nostra presenza sulla Terra sia solo una delle numerose utopiche certezze, adesso forse è più chiaro a tutti, ancor più quando va via un personaggio importante perché magari ci si illudeva che almeno lui fosse immortale, e ciò ci riporta, brutalmente, a una dimensione più umana: la fragilità, così com’è in realtà. Con il loro addio si sfarinano, pian piano, anche i nostri ricordi ed è come se de-strutturassimo la nostra componente più intima costruita negli anni traendo linfa anche da quelle tipiche emozioni che scaturiscono dai film, dalla musica, dal teatro e dallo sport. Ciò spiega quel groppo che ci attanaglia la gola appena sentito che tizio o caio non c’è più e anche se non li abbiamo mai conosciuti dal vivo, non abbiamo mai scambiato con loro una solo sillaba, non li abbiamo mai incontrati, ugualmente è come se fossero vissuti con noi, nei nostri giorni di irrequieta giovinezza, attraverso le roboanti note di una batteria, o esilaranti gag, o quel compassato “il mio nome è Bond…James Bond” o…ammirando una serpentina tra difensori resi inermi dalla sua inarrivabile bravura.

Così, nell’anno più nero, fino adesso, del XXI secolo, uno dopo l’altro vanno via i nostri ludici punti d’appoggio e la reazione è sempre uguale, la frase sempre la stessa: no, non può essere che sia morto!

Ma osandoci spingerci un tantino oltre, giusto per non rimanere troppo invischiati in melliflue considerazioni inebriati da appiccicosa retorica dettata dal triste momento emozionale, potremmo considerare questo magma emotivo, difficilmente eguagliabile oggi, come conseguenza di quel moto empatico che scaturiva nel vivere gli eventi in una dimensione più vicina alla nostra intimità, senza esagerate, fredde, barriere tecnologiche a divederci e che ne registrassero, in ancora più freddi byte, le loro performance.

Se proprio volessimo fare un confronto rimanendo nel mero campo dell’innovazione, è come se ascoltassimo un brano dal vivo o al massimo su un vinile o…in un file mp3. C’è differenza, tanta.

Adesso, questo antico mondo emozionale in buona parte non c’è più, e il loro addio è servito solo a rimarcare l’incolmabile iato tra il calore di ieri e il lieve tepore, tendente al tiepido molto prossimo al freddo, di oggi. Dispiace che siano andati via per sempre, non fosse altro che con loro va via anche quella nostra componente più spontanea, più istintiva, più vera che svanisce come fosse stata avvolta nella nebbia del nulla che pervade la società odierna.

Catania, 29 novembre 2020

Concetto Sciuto per Sport Enjoy Project Magazine

( fonte foto google immagini wikipedia )

Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on-line su www.sportenjoyproject.com