Al peggio non c’è fine. Il Catania riesce a perdere anche con la moribonda Turris
Al peggio non c’è fine. Il Catania riesce a perdere anche con la moribonda Turris. Raffaele con la valigia pronta.
Di Tino La Vecchia
Sì, d’accordo, va bene, si gioca sempre undici contro undici e le squadre sono tutte pericolose, ma un conto è affrontare una squadra come l’Avellino, reduce da 10 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 13 gare disputate, un conto è affrontare la Turris, neopromossa e in vistoso calo fisiologico, che nelle ultime 11 gare giocate aveva fatto registrare una vittoria, un pareggio e nove sconfitte. Una squadra che si rispetti, con la Turris in queste condizioni, devo soltanto vincere. Certo, il Catania non sta attraversando il suo miglior momento stagionale e proveniva da appena sei punti in sette gare, adesso diventate otto, ma una squadra appena un po’ decente, al cospetto di una squadra in crisi, deve portare a casa i tre punti senza esitare. In fin dei conti è la cosa che il Catania ha fatto in maniera perentoria a Bisceglie, proprio sul campo di quella squadra che un paio di partite fa ha fermato sul punteggio di 1-1 l’Avellino schiacciasassi.
Il Catania affrontava una squadra con 48 reti subite, di gran lunga la peggiore difesa di tutto il girone, eppure è riuscito a non segnare. Anche la tradizione dalla parte dei rossazzurri con i corallini che in nove gare contro il Catania avevano vinto solo una volta. Insomma, tutti gli ingredienti per far solo un boccone della Turris e rilanciarsi. Invece il Catania dopo appena 18 minuti è andato sotto per una rete di Longo, abile a metterci un piede sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Giannone e spizzato di testa dal suo compagno Da Dalt e per tutto il primo tempo non ha avuto la forza di reagire e non è riuscito a riequilibrare la gara.
Un Catania osceno, incapace di giocare in maniera efficace, anzi è stata la Turris a sfiorare il raddoppio. Un Catania bruttissima copia della squadra che ha fatto ben sperare alla 24^ di campionato quando, di riffe o di raffe, era riuscito a superare la Virtus Francavilla con un rigore di Dall’Oglio. Poi nella gara di Terni cinque pugni in piena faccia dai quali il Catania, eccezion fatta per la gara di Bisceglie, non ha saputo più riprendersi.
Un Catania schierato da Raffaele con l’ennesima squadra diversa con Confente in porta, Sales, Claiton e Giosa nei tre di dietro, Calapai, Welbeck, Dall’Oglio e Pinto nei quattro di centrocampo e Piccolo, Sarao e Russotto in avanti.
Ad inizio ripresa Raffaele ha mandato subito in campo Manneh al posto di Sales.
La Turris, che oggi ha ritrovato in squadra quattro titolari, fuori da tempo per svariati motivi, tutto sembrava meno una squadra che ha totalizzato 4 punti in 11 gare perdendone ben 9. Ci si chiede se è la Turris ad essersi ripresa all’improvviso o è il Catania che, come Gesù Cristo con Lazzaro, perdonatemi il paragone blasfemo, è in grado di resuscitare anche i morti. Il tempo scorre impietoso, si arriva al 52’ e il Catania è sempre sotto per 1-0. L’arbitro indica il dischetto per un fallo di Romano e il pareggio sembra cosa fatta. Si incarica della trasformazione Piccolo che fallisce!
Davvero clamoroso, dopo Sarao, Dall’Oglio anche Piccolo non è in grado di mettere la palla dentro dagli undici metri. Clamoroso, nemmeno lui! Poi qualcuno si chiede perché certi calciatori fanno la muffa e non vanno oltre la serie C. Quelli visti oggi con la gloriosa maglia rossazzurra addosso non valgono certo di più della terza serie. Si badi, non la serie C di una volta, quella dei vari Spagnolo, Biondi, Ciceri, o di Chiavaro, ma la scadentissima serie C di inizio secolo.
Dopo il rigore fallito il Catania continua a sbagliare passaggi elementari e a qualcuno nasce il sospetto che la squadra quasi quasi giochi contro il tecnico.
Il tempo scorre impalcabile e quella che doveva essere una vittoria facile e scontata rischia di trasformarsi in una bruciante sconfitta, peggiore di quella casalinga contro il Palermo, peggiore di quella, sempre al Massimino contro il Teramo, in quanto la Turris lotta per evitare i Play out e il Catania non riesce ad essere superiore nemmeno a una squadra che lotta per evitare gli spareggi salvezza.
Il rischio diventa realtà: il Catania perde la terza partita per 1-0 sulle ultime quattro disputate. Mi dispiace per Raffaele, che considero un allenatore molto valido, ma così non va, bisogna far qualcosa per invertire la rotta.
Ma chissà, forse da stasera l’allenatore avrà la valigia in mano. Adesso la gara con l’Avellino? Con il Catania visto nelle ultime partite la gara contro il Lupi dell’Irpinia, azzannati all’andata (come sono lontani quei tempi) rischia di avere un esito scontato, a prescindere da chi siederà in panchina.
Catania, 18 marzo 2021
Tino La Vecchia
per Sport Enjoy Project Magazine( Fonte foto Google immagini mfsport.net )
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on line su www.sportenjoyproject.com
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