Niente più “Cura”, adesso sarai per sempre nel tuo “Centro di gravità permanente”. Addio a Franco Battiato
Niente più “Cura”, adesso sarai per sempre nel tuo “Centro di gravità permanente”. Addio a Franco Battiato.
di Concetto Sciuto ed Ignazio Schirone
Sono di quelle notizie che viaggiano nell’etere prima ancora che succedano e ti dovrebbero preparare all’impatto emotivo, invece il dolore per la perdita di uno dei più grandi geni musicali “nostrani” è ugualmente immenso, di difficile gestione. Franco Battiato ci ha lasciati, ponendo fine a una malattia che lo stava danneggiando prima nell’anima e poi nel corpo. Genio abbiamo detto, e quale altro termine potremmo usare per chi ha sperimentato tutto ciò che la potente arte musicale ti mette a disposizione? Un cantautore fuori gli schemi e che ci ha accompagnato sempre cavalcando i decenni, unendo più generazioni sia musicalmente, sia grazie all’ironia che trasmetteva attraverso i suoi testi. Canticchiare Battiato ti dava anche un tocco di “nobiltà” musicale, poi da catanese l’orgoglio cresceva a dismisura. Album per nulla “semplici” e riflettendoci un attimo nemmeno “La voce del padrone”, quello più famoso/commerciale, fu d’immediata intuizione. Ma Battiato era nato per scandagliare ciò che la combinazione di sette note possono donarti, e definirlo uno “scienziato” della musica non sa nemmeno troppo di metafora, anzi è forse un concreto termine che calza come un guanto in una mano al cantautore siciliano. È stato innovativo su non pochi punti di vista, ci ha fatto riflettere fin dalla sua prima produzione su come la musica leggera, o comunemente detta musica Pop, potesse essere molto di più di quello che era sempre stata. Già nei suoi primissimi lavori, come “L’era del cinghiale bianco”, per poi consacrarsi al grande pubblico con “La voce del padrone” contenitore di memorabili brani come “Bandiera Bianca”, “Cuccuruccocu”, “Centro di gravità permanente”, si nota come la canzone pop gli vada, a dir poco, un tantino stretta.
Così, negli anni, la sua incontenibile voglia di sperimentare musicalmente prenderà strade ancora poco battute, sempre accompagnato dall’inguaribile desiderio di ironizzare e prendere in giro i testi sempliciotti della musica leggera.
Un talento supportato da una preparazione musicale vastissima, così come la sua abilità di compositore e strumentista, inoltre, dove la tecnica poneva dei limiti, riusciva a superare l’ostacolo avvalendosi, nella composizione, di importanti collaborazioni con musicisti e autori quali il violinista Giusto Pio e Manlio Sgalambro per i testi, senza dimenticare le innumerevoli collaborazioni con gli artisti italiani ed esteri, nomi del calibro di: Giorgio Gaber, Alice, Giuni Russo, Milva, Vincenzo Spampinato, CSI, Branduardi, De Gregori, Tiziano Ferro, Fiorella Mannoia, Claudio Baglioni, Pino Daniele.
E potremmo stare ore e ore a parlare dell’artista Franco Battiato e della sua passione per l’esoterismo e la filosofia che hanno impregnato i suoi testi, o dei suoi interessi musicali con composizioni che spaziavano dalla musica lirica (goccia di sangue Belliniano?) al Rock, fino alla musica elettronica (anni 2000). Perdonateci il luogo comune mai così vero: oggi la Sicilia si sveglia orfana e un po’ più povera, anzi tanto povera di un talento naturale che non è stato solo musicale ma culturale in primis. Un artista a 360 gradi, un vero genio che nella sua vita ha dato tantissimo e poteva ancora continuare a dare se la sorte non avesse deciso altro. Rimane solo la (debole) speranza che le sue opere siano fonte di ispirazione per le generazioni future magari donandoci, indirettamente, altri geni come lui in questa (nostra) terra troppo spesso vilipesa a sproposito dimenticando quanti illustri natali artistici può vantare. Ricorderemo sempre i suoi spazi immensi, le sue galassie, i treni, le prospettive, le malattie e le cure insieme a tanto, tantissimo misticismo orientale, tutti elementi che, fino adesso, ci hanno tenuto lontano dal melmoso, arido, mondo della musica odierna e a pensare tutto questo il dispiacere per la sua perdita si raddoppia, triplica. Ma non esiste dolore così grande che non trovi un qualcosa che possa, anche se in parte, compensarlo e siamo certi che dopo tanto soffrire Lassù troverà finalmente il suo “Centro di gravità permanente” che in fondo è stato, è, e sarà, anche quello di tutti noi.
Catania, 18 maggio 2021
Concetto Sciuto ed Ignazio Schirone per Sport Enjoy Project Magazine
Fonte foto Google immagini il fatto quotidiano
Questo articolo è stato pubblicato sulla pagina on line su www.sportenjoyproject.com
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