Catania errori in quantitativo industriale, ma l’errore più grande lo commette l’arbitro e arriva la quarta sconfitta in sei gare.
Quando dopo appena sette minuti di gara Moro, riprendendo un tiro sbagliato di Russini, si è girato e ha battuto Perina, nessuno dei circa mille presenti avrebbe potuto immaginare che per il Catania sarebbe arrivata una pesantissima sconfitta casalinga. L’illusione è durata sessanta secondi. Ropolo, che per quello che si è visto oggi non ha dei piedi del tutto adatti per tentare certe cose, con la presunzione di voler iniziare l’azione dal basso, tattica che in mezza Europa sta fruttando reti da “Oggi le comiche”, in stile oratoriano, si è fatto togliere il pallone dal fine Giannone, che ha tutt’altro tipo di piedi, e per il Catania è stato l’inizio della fine. Il regista dei corallini, davvero sprecato per la terza serie, è entrato in area e non ha lasciato scampo all’incolpevole Sala. Il Catania ha accusato il colpo, ma ha reagito e la gara è rimasta in equilibrio, sennonché al 10’ Russini è riuscito a sfondare la retroguardia degli ospiti, ma entrato in area è stato sbilanciato ed è caduto. I più pensavano al calcio di rigore, che ci poteva anche stare, ma l’ennesimo arbitro delle varie sezioni lombarde, il signor Stefano Nicolini di Brescia, fra l’incredulità generale ha ammonito per simulazione l’attaccante rossazzurro. Errore grave quello del direttore di gara che, c’è da scommetterci, visto che è così scarso, fra un paio di anni dirigerà in serie A.
Le due squadre hanno continuato in equilibrio fino al fatidico 38’, anche se la Turris, durante questa fase, ha mostrato più schemi di gioco e più velocità di esecuzione, diretta magistralmente da Giannone. Il Catania ha commesso alcuni errori individuali che hanno lasciato davvero perplessi, ma, fino a quel minuto non ha corso nessun serio pericolo, anzi dava l’impressione di poter vincere la gara.
Al minuto fatale Russini, già ammonito, commetteva un normale fallo di gioco a centrocampo. Nicolini non ci pensava su e dopo l’errore della prima ammonizione ne commetteva uno ancora più grande, sanzionava il secondo giallo a Russini e lo espelleva.
La partita cambiava subito in quanto il Catania, impreciso e lento nelle ripartenze sbandava e la Turris diventava padrona del campo.
Baldini sostituiva l’inguardabile Ropolo mandando in campo Biondi. La speranza era quella di arrivare negli spogliatoi senza danni in modo da potersi organizzare meglio, invece nel secondo minuto di recupero Leonetti finalizzava un’azione corale, approfittando dei continui svarioni della retroguardia etnea che, per chi non lo sapesse, con 11 reti subite detiene assieme al Messina l’amaro record di difesa più battuta del campionato.
Per il Catania la partita finiva in quel momento. In inferiorità numerica e sotto di una rete non sfuggiva a coloro che seguono il calcio da diversi decenni che la Turris avrebbe segnato ancora.
Infatti, alla ripresa delle ostilità, dopo una prima fase di sfuriata rossazzurra, più una reazione nervosa che una reazione ben congegnata, la Turris al 53’ triplicava con Santaniello, bravo a battere l’incolpevole Sala e approfittare di un’altra dormita di Monteagudo, Ercolani e compagnia, si direbbe bella, ma per quel che si è visto bisogna cambiare l’aggettivo nel suo opposto. Il Catania reagiva e al 57’ l’arbitro, per quanto indecente, non poteva esimersi di fischiare un sacrosanto calcio di rigore per un netto fallo di mani in area. Dal dischetto Luca Moro spiazzava Perina siglando la sua personale doppietta e riuscendo a distinguersi dal resto dei compagni.
Tolto Sala, forse incolpevole sulle reti, il subentrato Biondi, autore del 3-4, e appunto Moro, nessuno dei calciatori del Catania, a giudizio di chi scrive, è riuscito ad andare al di là di un generoso cinque in pagella, col reparto difensivo, in blocco, da quattro.
Altra illusione il rigore realizzato da Moro in quanto la Turris ha continuato a giocare a calcio il Catania a ruminare un calcio infarcito da errori imperdonabili e a mostrare di avere le idee annebbiate, peggio di una nebbia della Val Padana.
Il Catania, anziché prendere esempio dal gioco veloce e convinto della Turris non sapeva cosa fare. Forse dalla Turris doveva davvero prendere Esempio, in quanto la quarta rete la realizzava proprio il giovane Stefano Esempio, impreziosendo la sua già maiuscola prova.
Altra illusione a sette minuti dalla fine quando Biondi, in mischia, trovava la zampata giusta per il 3-4. Nel terzo dei cinque minuti di recupero il Catania avrebbe potuto anche pareggiare ma Perina è stato bravo a sventare di piede una conclusione ravvicinata.
Adesso ci sono due modi di analizzare la situazione, uno da tifoso, l’altro da sportivo obiettivo.
Da tifoso si può dire che, dopo l’errore di Catanzaro, con un rigore subito per un fallo di mani un metro e mezzo fuori area, il Catania è stato ancora una volta danneggiato da un arbitro non all’altezza che ha espulso un calciatore dopo due gialli inesistenti.
Da tifoso si può dire che il Catania, se non fosse rimasto in dieci non avrebbe perso, che si riprenderà e raggiungerà la parte sinistra della classifica.
Ragionando da sportivi obiettivi si deve dire che quando il Catania è rimasto in dieci si era sul risultato di parità e che una squadra forte, anche in inferiorità numerica non viene travolta in quel modo. Si deve dire che in rosa, assieme a tanti giocatori discreti per la categoria, c’è qualche mezza tacca e che la difesa fa acqua da tutte le parti.
Infine, di deve dire, e dispiace dirlo, che se continua così la SIGI, ammesso che riesca a salvare la tanto amata matricola, rischia di non salvare la serie C in quanto dopo Bari e Turris al Massiminosono in grado di vincere altre cinque-sei squadre.
Fonte fote lasiciliaweb
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