Moro non si ferma più, ma il Catania, per due volte in vantaggio, non riesce a superare l’Avellino.
Di Tino La Vecchia
A pochi minuti dalla fine si stava concretizzando un cambio di marcia notevole e forse anche inaspettato: il Catania di Baldini era a un passo dal conquistare 10 punti in quattro gare. In rete, ancora una volta il capocannoniere del campionato Luca Moro, come avviene da cinque gare consecutive nelle quali il giovane attaccante di Monselice, anche grazie all’ausilio di tre calci di rigore, ha realizzato ben 7 reti.
Un attaccante con tutte le credenziali per poter aspirare presto al salto di categoria che sta vivendo un momento magico. Adesso, nonostante la mancata vittoria contro l’Avellino, dopo il salto di qualità da parte della squadra i tifosi sperano che possa esserci quello da parte della società.
Certo sarebbe un vero peccato vanificare quanto di buono fatto dai ragazzi di Baldini con una pesante penalizzazione. Da questo punto di vista si spera che si possano almeno limitare i danni in quanto i ragazzi che difendono i colori del Catania e l’allenatore stanno dando prova di impegno e grande professionalità.
Si sapeva che la gara contro l’Avellino non era per nulla facile. Il tecnico irpino Piero Braglia, ex centrocampista del Catania, si giocava la panchina. Ma se il Catania battendo la Juve Stabia ha contribuito all’esonero di Walter Alfredo Novellino, non ci è riuscito con Braglia. Forse perché Novellino, era abbonato agli esoneri, con quello alla guida delle Vespeha accumulato 12 esoneri (meritati) negli ultimi 13 campionati, mentre Braglia in passato aveva fatto bene.
Peccato davvero per una vittoria sfumata sul traguardo, una vittoria che avrebbe consentito ai ragazzi di Baldini di entrare, sarebbe stata la prima volta in stagione, nella griglia Play off. Una gara dal punteggio non previsto in quanto fra la sterilità del reparto offensivo dell’Avellino e la fragilità della difesa del Catania è stata determinante quest’ultima caratteristica. Così è finita con un inaspettato pareggio per 2-2. Gli ospiti prima della gara del Massiminoavevano il peggiore attacco del torneo con appena 6 reti realizzate, alcune su rigore, e la seconda difesa del torneo con appena 5 reti subite. Ma l’attacco del Catania è di tutto rispetto, mentre la difesa mette i brividi, con 16 reti subite, peggio solo quella del Messina con 19.
Il Catania si presenta in campo con alcune novità rispetto alla squadra che ha pareggiato sul campo della Virtus Francavilla in quanto il 4-3-3 di Baldini vede Sala in porta, Zanchi e Calapai cursori di fascia, Monteagudo e Claiton centrali, un centrocampo formato da Greco, Maldonado e Rosaia, ma nel tridente offensivo c’è la novità di Russotto a far reparto con Russini e l’ormai intoccabile Moro. Parte bene l’Avellino che al 3’ va vicino al vantaggio: punizione di Tito e colpo di testa di Luigi Silvestri fuori di poco. Al 7’ il Catania va in vantaggio: azione travolgente di Zanchi che taglia la difesa ospite e calcia in porta, respinge centralmente Forte e Moro si trova al posto giusto al momento giusto. L’Avellino non ci sta. Al 12’ Monteagudo conferma i suoi limiti ciccando l’intervento di testa e consentendo a Plescia di involarsi e crossare in modo pericoloso, ci mette una pezza Claiton. L’Avellino anemico e sterile è incoraggiato dalla difesa del Catania e riesce a produrre qualche azione offensiva, specie col senegalese Kanoute, particolarmente vivace, ma non punge più di quel tanto. Ci tenta ancora l’attaccante senegalese che al 29’ si lascia cadere in area rimediando una sacrosanta ammonizione. La gara presenta continue interruzioni di gioco e le ammonizioni fioccano. Per il Catania finiscono sul taccuino dei cattivi prima Rosaia e poi Calapai. In chiusura di primo tempo gli ospiti pervengono al pareggio: calcio di punizione da circa trenta metri battuto da Aloi e Plescia ci mette il piede e beffa la difesa del Catania. Nel secondo dei quattro minuti di recupero un cross di Zanchi viene girato in porta da Moro senza fortuna.
Si apre la ripresa e dopo appena tre minuti viene ammonito anche Zanchi. La gara rimane vibrante, le due squadre lottano ma commettono un’infinità di errori, grosso quello che al 57’ consente al Catania di ritornare in vantaggio: il portiere irpino Forte allontana la sfera con i pugni che perviene a Rosaia il quale calcia di prima intenzione. Il pallone sbatte sulle gambe di Claiton, appoggiato a un metro dalla porta ma tenuto in gioco da Silvestri e finisce in rete.
Il Catania difende con le unghie e con i denti il vantaggio. Al 74’ rosso diretto per Kanoute e Calapai. Il senegalese strattona un raccattapalle che si attarda a restituire il pallone e l’esterno etneo lo spinge. L’Avellino cerca con i cambi di tornare in parità, entra anche Mastalli, mentre il Catania aveva già mandato in campo al 64’ Ceccarelli per Russotto e Provenzano per Maldonado. Baldini si copre nel tentativo, non riuscito, di mantenere la preziosa vittoria e al 76’ entra Albertini che sostituisce Russini, poi all’84’ è il turno di Biondi e Ropolo per Greco e Zanchi. La vittoria sembra ormai cosa fatta, in quanto l’Avellino appare privo di idee, ma ancora una volta è la difesa rossazzurra a tradire: calcio d’angolo battuto da Tito e colpo di testa dell’indisturbato Luigi Silvestri. Mancano tre minuti alla fine, ormai le squadre hanno dato tutto, i minuti di recupero servono solo a registrare l’ammonizione di Biondi.
Il Catania si deve accontentare del pareggio, che comunque se non è servito a operare il sorpasso in classifica ai danni degli Irpini, serve per allungare la striscia positiva, anche se la classifica, per le vittorie di Picerno, Campobasso e Paganese è peggiorata.
I risultati del turno infrasettimanale hanno confermato che si tratta di un campionato equilibrato dal quale, in ogni gara, ci si può aspettare la sorpresa. Il Bari, fin qui dominatore del campionato, impegnato nel derby casalingo contro il Foggia non è riuscito a vincere, ma non era facile contro la squadra di Zeman, forte in difesa, nonostante le 3 reti incassate a Palermo e pungente in attacco. È finita 1-1 con gli ospiti che hanno sfiorato l’impresa. Del pari ne ha approfittato il forte e pratico Catanzaro che, come previsto, ha vinto a Latina e ha accorciato le distanze dal Bari. La grossa sorpresa arriva da Torre del Greco dove la Turris, migliore attacco del campionato con 21 reti realizzate e difesa che lascia a desiderare è stata battuta 3-2 dalla matricola Campobasso ed è stata raggiunta al terzo posto dal Foggia, imbattuto a Bari, dal Monopoli, dal Palermo e dal Taranto, che hanno sfruttato in pieno il turno casalingo. Da parte sua il Campobasso con 14 punti in classifica si affaccia nelle parti alte della graduatoria. Quindi, ad eccezione della lepre Bari, da solo in testa con 24 punti e del cacciatore Catanzaro, ad inseguire con 20 punti, si è formata una grande ammucchiata con ben 11 squadre racchiuse in appena 3 punti!
Adesso il calendario sembra dare una mano al Catania, anche se non ci si può fidare. I ragazzi di Baldini fra quattro giorni devono far visitare al Monterosi Tuscia e un risultato di parità e alla loro portata, mentre dovrebbe arrivare la vittoria nella prossima gara che vedrà il Catania impegnato al Massimino contro la Vibonese. Il problema più grosso, però, è sapere quanti punti resteranno in classifica di quelli conquistati sul campo.
Fonte foto ottopagine.it
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