Di Tino La Vecchia

Catania-Palermo non è una partita, è «La partita». Per entrambe le tifoserie è l’incontro più importante dell’intera stagione, a prescindere dalla classifica e delle ambizioni di entrambe le squadre. È la gara che racchiude ricordi ed emozioni delle stagioni passate, una partita che non si dimentica mai. Alcune gare, è vero, hanno scritto la storia vecchia e recente di Catania e Palermo, pensiamo ad esempio a Taranto-Catania, che sancì la rinascita del calcio etneo, oppure a Catania-Albinoleffe del 28 maggio del 2006, con la rete dell’umile Del Core che spalancò le porte della promozione diretta in serie A al Catania dell’ormai inaridito Pasquale Marino, oppure agli indimenticabili spareggi di Roma. Io, da catanese, ricordo bene la rete del talentuoso Franco Vazquez sul campo di Novara che nel 2004 riportò il Palermo in serie A dopo 31 anni. Ma fra tanti ricordi, su entrambi i fronti, rimangono indelebili quelli legati ai derby fra Catania e Palermo. Le due squadre si sono affrontate in serie A e il pensiero vola subito alla rete da metà campo realizzata da Beppe Mascara, in serie B e adesso, in maniera mesta in serie C.

La differenza sostanziale è che mentre il Palermo, rinato dalle ceneri, da due campionati, compreso questo, tenta l’impresa assai difficile di uscire dalla voragine infernale della terza serie, il Catania se la situazione non si sistema in fretta rischia di scomparire. Il primo passo per scongiurare il peggio è stato fatto con il pagamento degli stipendi, speriamo bene, in quanto i derby con l’Acireale, il Paternò o il Giarre, per quanto rispettabili, non sono la stessa cosa.

Il Palermo si presenta al Massiminogasato dalla vittoria interna contro il Monopoli che ha consentito ai rosanero di rimanere da soli al secondo posto in classifica, ma i cinque punti di distacco dalla capolista Bari sono tanti, anche se gli uomini guidati da Giacomo Filippi si giocheranno l’intera stagione nella prossima gara che li vedrà ospitare al Renzo Barberail Bari.

Il Catania 2021-22 non ha sbandierato con trombe e fanfare, come è avvenuto per il Catania di Lucarelli, di puntare alla vittoria del campionato. L’obiettivo principale era quello di centrare una salvezza tranquilla puntando ai Play off.

In mezzo alla bufera societaria, l’impegno totale dei calciatori, dell’allenatore e dell’intero staff tecnico ha fatto sì che, dal punto di vista sportivo, i tifosi non contestassero la squadra.

Ecco, basterebbe parlare chiaro. Quel parlare chiaro che, purtroppo, più volte, si è atteso invano sul fronte societario.

Dal punto di vista dei risultati il Catania arriva male al derby, con tre sconfitte nelle ultime quattro gare, intervallate dalla vittoria casalinga contro il Potenza. Ma se la sconfitta interna contro il Foggia, maturata nei secondi finali di gara, in circostanze balorde e contro una squadra di prima fascia e la sconfitta sul campo di Taranto, anch’essa maturata nei secondi finali contro una squadra che ha costruito la sua classifica nel fortino dell’Erasmo Jacovone, ci possono anche stare, quella di Latina ha lasciato l’amaro in bocca, non perché si è perso, visto che il Latina fra le mura amiche  ha conquistato, 19 punti sui 20 totali, ma per come si è perso.

È un campionato nel quale la fa da padrone il fattore campo, prima del derby su 170 partite giocate in casa appena 39 vittorie esterne, con ben 4 squadre col campo ancora inviolato e altrettante che non hanno mai vinto fuori.

Il Palermo non fa eccezione, leone fra le mura amiche, con 7 vittorie e 2 pareggi in 9 gare, agnellino fuori casa, con appena 9 punti, con sole 8 squadre che hanno fatto peggio. Un Palermo capace di vincere solo sul campo dell’ultima in classifica, la Vibonese, e sul campo della Fidelis Andria, ultima per rendimento interno!

Un Palermo incapace di andare oltre il risultato di parità sul campo del Monterosi e di perdere nell’ultima trasferta a Picerno non fa molta paura.

Ma il derby è il derby, in palio ci sono sempre tre punti ma è una gara diversa. Così, dopo tanto squallore, dovuto anche all’epidemia da Covid 19 e alle tristi vicende societarie, gli spalti del Massimino, dopo tanto tempo, si sono riempiti.

Baldini ha presentato il Catania ritornando al modulo 4-3-3. Con il confermato Stancampiano in porta, Calapai e Pinto sulle corsie esterne, Claiton e Monteagudo centrali difensivi, a centrocampo Rosaia, Greco e Maldonado, trio d’attacco composto dal capocannoniere Luca Moro con Russini e Kevin Biondi ad agire sulle fasce. Il Palermo, con l’intera rosa a disposizione, ha risposto con il consueto 3-5-2 con Pelagotti in porta, poi Buttaro, Marconi e Crivello nei tre di dietro, Accardi,De Rose, Dall’Oglio e Valente nei cinque di centrocampo, Brunori e Soleri i due uomini di punta. Occhi puntati oltre su Moro, sull’ex di lusso Jacopo Dall’Oglio e sul temuto Brunori.

La partenza del Catania è veemente e il Palermo va subito in difficoltà. Dopo appena un giro di lancette Moro viene fermato in area in modo brusco, per l’arbitro non c’è nulla. Il Catania insiste e il Palermo non riesce ad entrare in gara. Al 22’ Biondi entra in area e viene atterrato da dietro da Odjer. Rigore inevitabile e dal dischetto Luca Moro realizza il suo settimo rigore consecutivo spiazzando Pelagotti. Subita la rete il Palermo si scuote e la gara diventa equilibrata con Brunori pericoloso al 40’ con un tiro cross. La prima frazione si chiude con il Catania in vantaggio per 1-0.

Il secondo tempo si apre sulla stessa falsariga di come si era chiuso il primo tempo, Palermo alla ricerca del pareggio e Catania che cerca di sfruttare le ripartenze. Nel Palermo Luperini e Almici prendono il posto di Dall’Oglio, e Buttaro.

Le due squadre si allungano e continuano a fioccare i cartellini gialli in totale: Pinto, Claiton e Russini per il Catania e De Rose e Accardi per il Palermo, ma aumenteranno ancora. Il Palermo spinge e al 71’ va vicino alla rete con Soleri. Baldini inserisce forze fresche e al 64’ entrano Provenzano e Izco al posto di Greco e Maldonado. In un minuto la gara potrebbe cambiare volto: al 65’ Pelagotti in uscita evita il raddoppio di Moro, un minuto dopo viene espulso Russini per fallo su Brunori. Il Palermo spinge e al 70’ crea una pericolosa mischia, ma l’arbitro ferma tutto per un fuorigioco. Baldini inserisce Zanchi per Biondi.

Il Palermo spinge, ma nel suo momento migliore non pareggia, anzi al 75’ è il Catania con Calapai ad andare vicino al raddoppio. All’80’ l’arbitro Rutella di Enna ristabilisce la parità espellendo Almici colpevole di aver strattonato un raccattapalle nel tentativo di velocizzare il gioco.

Due minuti dopo cartellino giallo per Monteagudo e Soleri.

Il tempo scorre e per il Palermo si profila lo spettro della sconfitta.

Il Palermo, agnellino fuori dal Renzo Barbera, ci lascia la pelle all’85’ quando il pallone capita nei piedi spietati di Luca Moro. Il capocannoniere di tutti i campionati italiani beffa Crivello e Marconi e sgancia il suo velenoso sinistro.

Per il Palermo finisce di male in peggio perché al 90’ viene espulso anche Luperini.

Tre punti meritati per il Catania e sconfitta senza attenuanti per il Palermo che se non dovesse trovare rimedi per correggere il rendimento esterno troverebbe grosse difficoltà anche ad andare avanti nei Play off.

Tanti auguri al Palermo per il prosieguo del campionato e grazie alla sensibilità dei suoi tifosi che sono stati vicini in occasione dell’alluvione che ha colpito la città di Catania a dimostrazione che un derby è un derby, ma oltre il calcio ci possono essere la solidarietà e il rispetto per i valori umani.