Vox populi: Il deserto nel cuore
Il denaro muove il mondo. Siamo certi che nessuno s’impressiona nel leggere un qualcosa di così scontato da rasentare la banalità. Eppure, quando il senso ultimo di quest’affermazione ha dei risvolti diretti su qualcosa che tocca i nostri affetti, ne comprendiamo la sua vera, sterile, essenza. Pochi si erano illusi, ma fa male lo stesso sapere che nessun imprenditore ha creduto in una storia che da settantacinque anni si nutre di pura passione. Termine, si badi bene, non annacquato da puerile retorica, ma che si fonda su chi ha dato tutto sé stesso per questi colori, su chi è morto per quella maglia. Nonostante ciò, l’asta è rimasta deserta, un termine che ci riporta, giocoforza, a un altro termine come aridità, sì, l’aridità passionale di chi, pur avendo i mezzi, non ha creduto in questa piazza, in questi tifosi, in questa città e nelle sue mondiali unicità, nell’importanza di una Società di calcio come motore sociale capace di innescare vitalità a una comunità sempre più morente che ha raggiunto, adesso, lo zero assoluto della vita sociale e l’acme dell’insipienza. In mezzo a quel deserto di ieri c’era un solo cuore che batteva: il nostro, mentre chi poteva porre rimedio a questa ennesima umiliazione, la logica del profitto ha messo il medesimo deserto nel suo. Inoltre, il silenzio si è ritenuto che fosse l’unica, opportuna, risposta da parte di quella classe politica che tante volte ha calcato quella passerella chiamata tribuna VIP utile, soprattutto in A, per darsi lustro, come spessa accade, attraverso gli altri. E adesso: quali e quanti rapaci volteggeranno nel momento di afferrare, a prezzo scontato, quel che rimarrà di questa gloriosa storia? Sia chiaro: l’esperienza insegna che la filantropia non è l’impalcatura che regge questo “parco dei divertimenti” chiamato calcio, ma a Catania si pensava (o ci si illudeva?) che la nostra squadra non rientrasse in queste fredde logiche, ma che la stessa potesse essere sostenuta dal quel sentire comune che lega la città ai due suoi principali amori: Sant’Agata e “U Catania”. Il Covid e il mero interesse, quest’anno, ci hanno tolto entrambi. Ok, toccato il fondo si risale, ma nessuno ci ha mai spiegato cosa fare se dovessimo andare oltre il fondo, e noi tutti, come comunità, siamo riusciti in questa illogica impresa. Peggio, davvero, non potevamo fare.
fonte foto mondorossoblu.it
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