Che nell’aria ci fosse aria di beffa, lo si era intuito già al palo di Russotto a cui seguivano, per l’intero incontro, numerose azioni da rete non realizzate per una serie di circostanze a noi note da tempo. Esaltazione del portiere avversario, a cui solo noi riusciamo a infondere poteri sconosciuti perfino a loro, errori sotto porta e bravura dei difensori tirata fuori dal cilindro delle meraviglie, giusto perché di fronte hai il Catania. Alla fine, ci sta pure la sconfitta anche se ai rigori, non fosse altro perché mette in chiaro un paradigma chiamato serie D e… non illudiamoci che in campionato sarà più semplice. Sì, perché bisognerebbe interiorizzare prima possibile questa benedetta categoria che comprende: la durezza del campionato, soprattutto negli scontri fisici dove non è mai esistita una “stagione degli sconti”, nella difficoltà di realizzazione in campi al limite del regolamento e che nemmeno la tecnica riesce a compensare, nell’essere pronti ad affrontare formazioni che daranno tutto e ancor di più contro di noi. Ci perdonerete già da adesso per quest’ultima, marchiana, frase fatta, ma oggi solo questo si è visto in campo che ha annullato quanto di buono fatto dagli uomini di Ferraro, soprattutto nella prima frazione di gioco. Estetica e classe bella a vedersi e che fa sperare ma alla fine poco utile. Tranquilli che ci sarà tempo per tutto, anche per comprendere prima possibile dove ci si troverà a giocare, poi sarà solo Catania. Non abbiamo alternative se non vincere, per adesso l’unica certezza.

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