Di Tino La Vecchia
Catania contro Locri, come dire ancora un confronto alla Davide contro Golia,
rimasto celebre in quanto esempio paradigmatico di un esito finale opposto alle forze
in campo e alla logica dei fatti.
Il Locri, fra le peggiori squadre dell’intera serie D per tiri in porta, aveva solo
un’arma a disposizione: l’antico catenaccio, autentico killer del calcio spettacolo.
Per 65’ la squadra calabra, in maglia amaranto per la discutibile regola che vuole la
squadra che gioca in casa concedere l’utilizzo della prima maglia alla squadra
ospitata, ha eretto un muro davanti alla propria porta difendendosi in undici e non
varcando quasi mai la metà campo del Catania. La squadra di Ferraro, per l’occasione
in maglia bianca con maniche con i colori tradizionali e calzoncini bianchi, fin dal
fischio d’avvio ha conquistato il predominio del centrocampo tentando di scardinare
subito il fortino eretto a difesa di Ianni.
Per conseguire l’obiettivo di ottenere la settima vittoria consecutiva, nonostante gli
impegni ravvicinati, Ferraro ha effettuato due soli cambi rispetto alla formazione di
partenza che ha vinto sul campo della Mariglianese inserendo Ferrara in difesa al
posto di Somma, che va in panchina, e proponendo De Luca nel tridente offensivo al
posto di Serao, anch’egli in panchina insieme al “perdonato” Jefferson.
L’arbitro dell’incontro, Fantozzi di Civitavecchia, inizia male non vedendo al 2’ un
fallo netto a centrocampo ai danni di Sarno e ignorando al 16’ un fallo di Pagano su
Rizzo. Ma è un monologo del Catania con una percentuale di possesso palla davvero
notevole. Il Locri tutto rintanato e il Catania che cerca il varco giusto.
Al 20’ Fantozzi ammonisce il rissoso Mbaye.
Il Catania potrebbe passare già all’8’ ma De Luca, lanciato in area da Sarno, controlla
male. Al 23’ ma Lodi calcia alto una posizione concessa per un fallo subito da
Forchignone. Non ha miglior sorte al 29’ un colpo di testa debole e centrale di
Rapisarda, ancora una volta fra i migliori in campo.
Il Locri rinuncia a giocare ma il Catania per il tutto il primo tempo, pur costruendo
qualche buona occasione, non ha mai impensierito seriamente Ianni.
Al 40’ la gara viene sospesa per 5 minuti per consentire i soccorsi a uno spettatore
colto da malore in Curva Nord. Proprio in chiusura dei 6’ di recupero un violento tiro
da fuori di Castellini crea il primo pericolo serio al portiere ospite.
Si va al riposo sul punteggio di 0-0 ma appare logico che il non gioco del Locri prima
o poi finirà per premiare il Catania.
Nella ripresa Ferraro manda in campo subito Boccia al posto di Vitale e Sarao al
posto di Forchignone. Al 54’ esce Lodi per far posto a Giovinco e el 62’ Jefferson
sostituisce De Luca, ancora alla ricerca della forma migliore.
La gara continua con lo stesso identico copione per 65’ fino a quando una bella
azione consente a Rapisarda, spostato sulla corsia di sinistra, di effettuare un
pericoloso spiovente in area, Dodaro, nel tentativo di rinviare di testa compie la più
classica delle autoreti. Il Locri accenna a una minima reazione ma non tira mai in
porta.
Al 74’ Jefferson insegue un pallone sulla linea di fondo Mbaye è in anticipo, ma
l’attaccante brasiliano, con una prodezza, gli scippa il pallone e il gigante di colore lo
trattiene per i pantaloncini atterrandolo in area. Il modesto Fantozzi non vede.
Al 77’ s’accende una mischia e Dodaro, già ammonito, subisce il secondo cartellino
giallo e viene espulso.
Il Locri, rimasto in dieci, è in ginocchio e il Catania la chiude definitivamente nel
primo dei cinque minuti di recupero con un’azione da manuale che vale la pena
raccontare, ma la gara non è mai stata aperta: dopo una ripartenza il pallone perviene
all’avanzato Rapisarda che crossa basso, Jefferson smorza il pallone che arriva a
Giovinco; il fratello del più celebre Sebastian si decentra troppo, sembra aver perso il
tempo giusto per la battuta, ma effettua tiro alla Del Piero segnando una rete
spettacolare.
Finisce col la settima vittoria consecutiva e con il Catania che, approfittando della
sconfitta interna della Vibonese, battuta 4-3 in casa dal sorprendente Paternò, e del
pareggio del Lamezia Terme per 2-2 a Trapani, ha preso il volo.
Che dire del Locri? I pareri sono soggettivi e tanto volte non condivisibili, per il
gioco espresso, o meglio non espresso, la squadra del tecnico Renato Mancini, mi è
sembrata la peggiore fra le sette incontrate dal Catania.
Adesso sul campo del rinvigorito Paternò per cecare di allungare il record di vittorie
consecutive, ma, a dispetto dell’attuale classifica, la vittoria non è scontata.