Di Tino La Vecchia
Adesso le vittorie consecutive sono diventate otto, col Catania ben concentrato col
fermo proposito di chiudere in fretta il discorso promozione.
Per alcuni giorni il Paternò ha temuto di non poter ospitare il Catania al Falcone
Borsellino, e, di conseguenza, di perdere un incasso sostanzioso. Alla fine il Paternò
ha perso la partita, con un risultato che lo penalizza oltre i demeriti, ma almeno ha
salvato l’incasso.
Per gli uomini di Pagana si trattava della “partita dell’anno”, il derby casalingo in
campionato contro il Catania era un’occasione unica, probabilmente irrepetibile.
Tentare di fermare la capolista a punteggio pieno e, magari, riuscirci avrebbe
conferito prestigio e aumentato l’autostima. Poi, fino alla gara del ritorno, il tifosi del
Paternò avrebbero continuato a tifare per il Catania.
Per riuscire nell’impresa di spezzare la serie di 7 vittorie consecutive del Catania
Pagana, un po’ a sorpresa, ha mandato in campo un 4-3-3 nella quale spiccava il
pericoloso Bamba, autore di una doppietta sul campo della Vibonese. Per tutto il
primo tempo il giovane di colore non si è visto, se non quando al 44’ ha rimediato un
cartellino giallo per un fallaccio effettuato nel tentativo di bloccare una ripartenza del
Catania.
Da parte sua Ferrero puntava dritto a conseguire l’ottava vittoria consecutiva, ma
doveva fare a meno del portiere titolare Bethers, uno dei perni dell’affidabile difesa
rossazzurra, sostituendolo con Groaz, che, comunque, alla vigilia del torneo partiva
alla pari col portierino lettone. Per il resto nello schieramento difensivo si rivedeva
Somma, con Castellini, Lorenzini e Rapisarda, il centrocampo è lo stesso della
precedente gara contro il Locri, con Vitale, Lodi e Rizzo. Novità nel tridente
offensivo con i confermati Forchignone e Sarno c’è Sarao al posto di De Luca, ma la
panchina lunga e di qualità indica che durante la gara ci sarà posto per altri.
Il Catania parte subito forte e al 3’ su una punizione tagliata da Lodi per poco il
Paternò non fa autorete. Il Catania insiste e al 12’ Lodi da 40 metri pesca Sarno, stop
di alta class ma l’azione sfuma. Al 15’ Vitale per Forchignone che serve Sarao il
quale costringe il portiere di casa Cappa a una parata difficile. Al 28’ il Catania
passa: Rapisarda mette forte e teso sul primo palo e Sarao di esterno sinistro mette in
rete.
Al 35’ Sarno per Rapisarda, giravolta in area dell’esterno rossazzurro che brucia
Menes che lo stende. L’arbitro Colanninno di Nola fischia subito il calcio di rigore.
Dal dischetto il sinistro rabbioso e angolato di Ciccio Lodi non dà scampo a Cappa.
In chiusura di tempo il Catania potrebbe triplicare ma Rizzo, a due passi dalla porta,
manda fuori clamorosamente un invito del solito Rapisarda, sciupando una rete fatta.
Nella ripresa il Catania controlla e il Paternò cerca di prendere campo ma non si
rende mai pericoloso. Al 62’Jefferson prende il posto di Sarao. Al 72’ il nuovo
entrato lancia Sarno che entra in area e invita Forchignone a mettere in rete, ma il
giovane etneo da due passi manda alto. Al 77’ esce Sarno, fra i migliori in campo
insieme al solito Rapisarda, ed entra Andrea Russotto. Al 81’ il giovane Buffa prende
il posto di Forchignone e all’84’ esce Lodi per far posto a Giovinco. Russotto si rende
gran protagonista nel finale di gara, all’87’ spizzica di testa per Jefferson che con un
diagonale secco segna la terza rete. Lo stesso Russotto un minuto dopo viene lanciato
in area, si libera di Guerrera e di gran classe batte Cappa.
Finisce 4-0 per il Catania. Forse il risultato finale punisce un po’ troppo il Paternò,
che veniva, non dimentichiamolo, dalla vittoria per 4-3 sul campo della Vibonese.
La differenza tecnica fra le due squadre è emersa in maniera fin troppo evidente.
Rapisarda in queste gare di campionato si è dimostrato l’arma letale del Catania, ma
calciatori come Lodi, Russotto, Sarno, Jefferson, Lorenzini e Giovinco, tanto per
citarne alcuni, per la categoria sono davvero un lusso.
Adesso il Catania ospiterà il Sant’Agata per allungare la striscia di vittorie
consecutive e aumentare il margine di vantaggio sulla seconda in classifica.
foto d’archivio