Il Catania si arrende alla legge dei grandi numeri, sfuma la decima vittoria consecutiva sul campo, forse, della peggiore squadra del campionato.
Di Tino La Vecchia
Il Catania, gara dopo gara, cerca di s’avvicinarsi al traguardo del ritorno in serie C,
trampolino di lancio verso palcoscenici più prestigiosi.
Il record dei 10 successi consecutivi, detenuto dal Palermo, con la mancata vittoria
contro la Cittanovese è sfumato, quando non c’era motivo di credere che non potesse
essere superato, vincendo sul campo della scadente Cittanovese e nella prossima
gara casalinga che vedrà i rossazzurri ospitare il Canicattì.
Francamente, dopo nove gare si è riportata l’impressione di assistere a due
campionati in uno: da un lato il Catania, a punteggio pieno con le sue 9 vittorie
consecutive e dall’altro le restanti 17 squadre, che lottano per un buon piazzamento,
per una salvezza tranquilla o per evitare la retrocessione.
In zona pericolo rosso acceso la Cittanovese, la squadra calabrese che ha cambiato
allenatore, ma si presentava con i suoi miseri 4 punti in nove gare, frutto di 4 pareggi,
con le sue sole 3 reti all’attivo, in lotta con la Mariglianese per evitare l’ultimo posto.
La Cittanovese era ben consapevole che la gara che si accingeva a disputare contro il
Catania, sulla carta, era proibitiva e che di bello poteva rimanere l’incasso. Invece,
oltre l’incasso ha ottenuto il prestigioso onore di essere la prima squadra in grado di
fermare la capolista a punteggio pieno.
Per il Catania il compito principale era quello di approcciare bene la gara senza
sottovalutare la squadra avversaria di turno.
Ebbene, Il Catania ha svolto male il suo compito, lento, svogliato e privo di
mordente.
Ferraro, fedele al detto che squadra vincente non si cambia ha presentato quasi la
stessa formazione che ha battuto il Sant’Agata, con la sola variante di Jefferson al
posto di Sarao. Quindi, Bethers a custodia dei pali, il reparto difensivo composto dai
centrali Somma e Lorenzini e dai due esterni Castellini e Rapisarda. Il centrocampo è
sempre il solito con Vitale, Lodi e Rizzo, mentre nel tridente offensivo con
Forchignone e Sarno c’è il brasiliano Jefferson, capocannoniere del Catania.
Il primo tempo è bruttissimo, forse il peggiore che si è visto nelle dieci gare disputate
dal Catania. Il secondo tempo ha ricalcato il primo.
Il terreno di gioco è orribile, con rimbalzi irregolari e improvvise accelerazioni del
pallone che diventa incontrollabile.
In linea con la gara, arbitro dell’incontro è il pignolo Mattia Nigro di Prato, l’arbitro
dal cartellino facile.
Dopo venti minuti fatti di niente, al 21’ un appoggio errato di Rapisarda frutta una
punizione fuori area ai padroni di casa, senza sviluppi apprezzabili.
Al 22’ viene ammonito Rapisarda per un fallo opinabile. Al 29’ viene ammonito
Somma per un fallo inesistente.
Al 36’ Bethers sbaglia l’uscita di piede, ma a porta spalancata, il tentativo dei padroni
di casa finisce venti metri a lato.
Quasi in chiusura di tempo, Rapisarda s’incunea in area e opera un perfetto cross, il
pallone della mancata vittoria capita nei piedi di Rizzo che sciupa una facile
occasione calciando altissimo.
Gara sonnolenta e Catania troppo lezioso.
Nella ripresa Ferraro manda subito in campo Boccia al posto dell’ammonito Somma
e fa bene in quanto l’arbitro dimostra di essere molto pericoloso.
Il gioco non cambia: anzi il non gioco, in quanto la Cittanovese, a mio avviso la
peggiore squadra del campionato, per tutta la gara ha fatto scorrere i minuti fra
calciatori caduti a terra come morti, palloni tirati in avanti senza criterio stile
Oratorio e calci.
Il Catania non è riuscito ad imbastire un’azione degna di pregio, a nulla sono valsi gli
ingressi al 59’ di Giovinco al posto di Lodi e di Sarao al posto di Jefferson, né
l’ingresso di Russotto al 67’ al posto di Sarno ha cambiato le cose.
Il Catania ha continuato a ruminare calcio, tentando di imbastire qualche manovra,
lontana parente della squadra che ha vinto le prime nove gare di campionato.
Tuttavia, nel quinto dei sette minuti di recupero concessi da Nigro di Prato, il Catania
avrebbe potuto vincere lo stesso, ma in una partita poco brillante, s’inserisce anche la prova opaca del direttore di gara che ha distribuito numerosi cartellini… negando anche un penalty al Catania nel finale
L’arbitro, che in tutto e per tutto ha voluto fare il protagonista in assoluto, basta
andare a controllare quante ammonizioni ha comminato in 5 gare dirette, circa 30, ha
ignorato un chiaro fallo in area ai danni di Sarao, che è stato cinturato.
Così il Catania, su un terreno di dimensioni ridotte, al cospetto di una pericolante, esprimendo un gioco al di sotto delle precedenti gare, ha interrotto la striscia di nove vittorie consecutive.
Un monito per affrontare le gare con un altro atteggiamento.
foto d’archivio
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