Lodi crea, Rapisarda concretizza, Bethers conserva. Il Catania ritorna alla vittoria ma soffre più del dovuto con una squadra ridotta in dieci.
Di Tino La Vecchia
Il Catania, già Campione d’inverno con tre turni di anticipo, ospita la Real Aversa o il
Real Aversa che a dir si voglia, col chiaro intento di ritornare alla vittoria e
aumentare il suo vantaggio in classifica sulle due più immediate inseguitrici, o, mal
che vada, mantenerlo immutato, visto che Locri e Lamezia Terme sono impegnate in
due gare, sulla carta, non di certo proibitive.
Ma il calcio è bello in quanto non esistono risultati scontati e in campo, al fischio
d’avvio, si gioca sempre in 11 contro 11.
Ci si chiede se ha senso parlare di inseguitrici quando dopo appena 14 gare le due
squadre in classifica più vicine al Catania, il Locri e il Lamezia Terme distano 11
punti e la Vibonese, la rivale più accreditata alla vigilia del campionato, è finita ben
14 punti indietro. Ha lo stesso un senso in quanto, prima della gara contro i campani
della Real Aversa mancavano ancora 20 partite alla fine del campionato e la storia del
calcio ci ha insegnato che i giochi si chiudono quando arriva la certezza aritmetica, a
tal proposito rimane memorabile la promozione in serie B della Cremonese, capace di
rimontare nella stagione 2016-17 ben 12 punti all’Alessandria.
In verità, almeno fino a questo momento, il campionato ci ha detto che una vera
inseguitrice del Catania non esiste. Tuttavia, i rossazzurri scendono in campo per
affrontare la Real Aversa consapevoli del fatto di aver vinto soltanto 2 delle ultime 5
gare e che il Locri, per esempio, nelle ultime 4 gare è riuscito ad accorciare il
distacco in classifica di 2 punti.
Tutti discorsi che lasciano il tempo che trovano, serve la vittoria e basta. Per ottenere
i 3 punti Ferraro ha presentato una formazione con qualche novità. Ormai collaudato
il reparto arretrato, con Bethers in porta, Somma, Lorenzini, Castellini e Rapisarda
nei quattro di difesa, a centrocampo con Vitale, e Lodi c’è la novità Palermo al posto
di dell’influenzato Rizzo. Tridente offensivo tutto nuovo con Jefferson, De Luca e
Forchignone. Una formazione lo stesso. di alta qualità per la categoria con alcuni
elementi di spicco, visto che su Castellini e Vitale hanno già messo gli occhi diverse
squadre di categoria superiore. Il primo, come sappiamo, è di proprietà del Catania,
confermare Vitale, invece, sarà un po’ più difficile.
La Real Aversa da parte sua si presenta al Massimino con una classifica che non è né
pesce né carne, nel senso che arriva forte dei suoi 19 punti, ma sul campo ne ha
conquistati 20, fuori dalla mischia per evitare i Play out, con l’obiettivo principale di
disputare un buon campionato e magari migliorare il 10° posto del precedente torneo.
Insomma, per quel che possa valere, i Play off per i campani non sono un obiettivo
da conquistare a tutti i costi, conta di più mantenere la categoria senza eccessivi
patemi e mettere in mostra qualche giovane di belle speranze. Tutto questo porta gli
ospiti a disputare la gara con la forza dei nervi distesi.
Quindi, il Catania affronta una squadra che in teoria non dovrebbe ricorrere al gioco
falloso e irritante applicato sistematicamente dalla Sancataldese, un gioco che ha
poco a che vedere con lo sport chiamato calcio.
Sin dalle prime battute di gioco gli ospiti giocano in modo pulito e con la testa libera,
stranamente è il Catania ad apparire più teso, più nervoso e precipitoso e a sbagliare
spesso l’ultimo passaggio. Viene fuori un primo tempo molto equilibrato, ma alla fine
lo è stata l’intera gara, col Catania che ha la prima palla gol al 7’ con Jefferson che di
testa mette di poco a lato un cross di Forchignone e con la squadra di Antonio
Maschio che non sta a guardare e si rende pericolosa al 12’ con una ripartenza di
Strianese.
Al 18’ Catania vicinissimo al vantaggio con De Luca che serve Jefferson che tira a
colpo sicuro ma il portiere ospite Antonio Russo è bravo e respinge. Ospiti
pericolosissimi fra il 28’ e il 31’, con Bethers costretto alla gran parata da un colpo di
testa di Nespoli, ma il Catania si salva. Al 38’, sugli sviluppi di un corner battuto da
Lodi, Antonio Russo smanaccia male e per poco Jefferson in semirovesciata non
trova il gran gol. Al 40’ una svolta determinante: Nespoli, già ammonito, si fa
scappare De Luca e deve ricorrere al fallo. L’arbitro Gavini di Aprilia lo manda negli
spogliatoi per doppia ammonizione. Il vantaggio numerico contribuisce a rasserenare
il Catania.
Ad inizio ripresa Ferraro manda in campo Boccia al posto di Somma e Andrea
Russotto al posto di Forchignone. Castellini si sposta nel ruolo di difensore centrale
in coppia con Lorenzini.
Al 50’ il Catania segna con De Luca su cross di Russotto ma la rete viene annullata
per un fuorigioco dubbio. La rete è nell’aria e arriva al 58’ grazie a un cross tagliente
di Lodi che su punizione pesca in area Jefferson, il brasiliano riesce solo a toccare ma
alle sue spalle arriva super Rapisarda che di rabbia scaglia in rete.
Trovato il vantaggio ci si aspetta il raddoppio, invece, con il campani in inferiorità
numerica dal 40’ il Catania rischia per ben tre volte di subire il pareggio, la prima è
superlativo Bethers su conclusione ravvicinata di Gassama, la seconda è lo stesso
attaccante ghanese che da due passi si mangia un gol fatto sparacchiando alto, infine
all’89’ è il nuovo entrato Petricciuolo che si intestardisce in area e non serve un
compagno tutto solo.
Finisce col Catania che nei 5 minuti di recupero deve stringere i denti per respingere
gli attacchi degli ospiti.
Insomma, il Catania ha sofferto e non poco per conquistare l’ottava vittoria casalinga
consecutiva. Alla fine i 3 preziosi punti sono arrivati e il vantaggio di 11 punti in
classifica è rimasto inalterato visto che, come era prevedibile, il Locri e il Lamezia
Terme hanno avuto la meglio sull’Acireale e sul sempre più deludente Paternò.
Meno 19 gare al traguardo ma il campionato non è ancora finito.
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