Il Catania fa la festa al Città di Sant’Agata. Decima vittoria consecutiva, adesso mancano soltanto 8 punti alla promozione aritmetica.
Quando si legge Sant’Agata- Catania non si può fare a meno di
pensare alla santa patrona di Catania. Stavolta la festa e la Santuzza
non c’entrano nulla, anche se la cosiddetta festa era quella che aveva
intenzione di fare la squadra di casa, alla super capolista Catania.
Al Biagio Fresina di Sant’Agata di Militello, centro del messinese, i
padroni di casa del Città di Sant’Agata, imbattuti da 7 giornate,
durante le quali hanno ottenuto 6 vittorie e un pareggio ospitavano il
Catania col chiaro intento di proseguire la loro striscia utile che è
valsa un meritato terzo posto in classifica. Per i padroni di casa a nulla
è valso l’impegno totale e un buon primo tempo, il Catania con un
micidiale uno due ottenuto in appena due minuti, ha conquistato la
decima vittoria consecutiva e ha fatto festa.
Ferraro ha mischiato un po’ le carte schierando il Catania senza Lodi
e con Groaz in porta, Somma o non Boccia in difesa, mentre in
attacco c’è Russotto dal primo minuto e De Luca s’accomoda in
panchina. Quindi, rossazzurri nella splendida maglia che richiama il
vulcano Etna con Groaz in porta, Rapisarda, Castellini, Lorenzini e
Somma nel pacchetto arretrato, Vitale, Lodi e Palermo a centrocampo
con Chiarella, Sarao e Russotto in avanti.
Il Città di Sant’Agata vanta il secondo attacco del campionato, il
Catania il primo ma durante la prima frazione di gioco i due portieri
sono rimasti inoperosi. Dopo uno squillo di Chiarella in apertura di
gara, con il pallone che ha colpito l’esterno della rete, tutto il gioco si
è svolto a centrocampo con le due squadre che hanno badato a non
scoprirsi. Nessun’azione da rete, la prima parata è di Groaz al 40’ su
un tiro di Calafiore, ma il guardalinee, dopo la conclusione, segnala
un fuorigioco. Nella ripresa il pallone continua a scorrere sul bel verde sintetico in
maniera veloce ma per avere la prima occasione si deve aspettare il
53’ quando il portiere etneo respinge una punizione di Bonfiglio.
All’improvviso cambia tutto: al 55’ Ferraro manda in campo
Forchignone al posto di Chiarella e al 58’ entrano Lodi per Palermo e
De Luca per Russotto. I nuovi entrati saranno protagonisti delle due
reti del Catania. All’60’ Lodi trova il corridoio giusto per Castellini
che dalla sinistra fa partire un perfetto traversone, Sarao, appostato al
centro dell’area, di testa, non perdona. Passano due minuti e
Forchignone scappa via sulla sinistra e porge a Rapisarda, cross al
centro, Sarao prolunga e De Luca, da due passi, mette in rete.
In pratica, quando al 94’ il Locri, impegnato sul campo del
Castrovillari trova la rete della vittoria (la gara era iniziata mezz’ora
prima rispetto a quella del Catania) i rossazzurri con un micidiale uno
due hanno mantenuto inalterato il vantaggio di 17 punti a 8 gare dalla
fine. Visto che il regolamento prevede lo spareggio in caso di arrivo in
parità e non i confronti diretti, al Catania mancano appena 8 punti per
festeggiare la promozione in serie C, evento che si dovrebbe
verificare con 5 giornate d’anticipo rispetto alla chiusura del torneo.
Al 65’ Ferraro manda in campo Jefferson al posto di Sarao.
Le ultimissime sostituzioni contribuiscono a cambiare il punteggio
rendendo meno amara la sconfitta dei padroni di casa: il Città di
Sant’Agata manda in campo Scolaro e al 90’ Il Catania manda in
campo Pedicone al posto di Vitale. Proprio in chiusura dei tre minuti
di recupero il giovane rossazzurro si fa scappare il calciatore di casa
che entra in area e batte Groaz, dimostrando di essere un ottimo
scolaro. Finisce 2-1 per il Catania una gara che alla fine della prima frazion
aveva fatto pensare che si potesse sfatare lo zero nella casella dei
pareggi interni del Città di Sant’Agata, 10 vittorie e 4 sconfitte, ma le
solite micidiali sostituzioni operate con lungimiranza da Ferraro che
ha sfruttato con sapienza la super panchina del Catania hanno fatto la
differenza. Ma come non si poteva vincere il campionato quando il
Catania si permette il lusso di tenere in panchina gente come Lodi e
De Luca?
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