Il Catania, al termine di una partita equilibrata ma assai brutta, è
riuscito a domare anche l’Acireale.
Ha vinto il Catania, alla sua quattordicesima vittoria consecutiva, ma
hanno perso in tanti. Ha perso l’Acireale, costretto a soffrire e a far
punti nel tentativo non facile di evitare i Play out, hanno perso le
casse dell’Acireale, rimaste vuote e prive di un potenziale incasso
consistente, hanno perso i tifosi delle due squadre, i quali non hanno
potuto dimostrare che si può assistere a un incontro di calcio senza
litigare, ma il grande sconfitto è stato lo spettacolo.
Per motivi di ordine pubblico la gara è stata disputata al Comunale di
Aci Sant’Antonio su un terreno di gioco dalle dimensioni ridotte con
rimbalzi irregolari del pallone.
Vuoi per la giornata di sole, vuoi per la mancanza di pubblico
consistente per tutto l’intero primo tempo la gara è stata noiosa e
priva di emozioni.
L’Acireale è sceso in campo alla ricerca di preziosi punti, il Catania
alla ricerca della quattordicesima vittoria consecutiva per battere il
record delle 15 vittorie di fila detenuto dalla Sicula Leonzio, stabilito
nel campionato2016-17.
Il tecnico del Catania Giovanni Ferraro ha mescolato un po’ le carte e
ha presentato uno schieramento di partenza inedito con Bethers in
porta, Rapisarda, Castellini Lorenzini e la novità Pedicone nei quattro
di difesa. A centrocampo non c’è Lodi, nemmeno convocato, al suo
posto Palermo con Vitale e Rizzo. In avanti dal primo minuto
Giovinco e Jefferson con Andrea Russotto. Per il Catania, in
panchina, si rivede Litteri, ma resterà in panchina.
L’Acireale di Giovanni Ignoffo si è schierato, sulla carta con un 4-3-
3, forse quella degli acesi non sarà stata la migliore prestazione
stagionale, meglio nella sfortunata gara persa di misura al Massimino,
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ma per il non gioco mostrato oggi sarà davvero difficile salvarsi senza
passare dagli spareggi.
Primo tempo noioso con la sola occasione mancata da Palermo, oggi
fuori posizione e sottotono, per schiodare lo 0-0 di partenza.
Nella ripresa le due squadre non hanno mutato subito lo schieramento
di partenza e non è cambiato l’andazzo di una gara combattuta ma
scialba dal punto di vista dello spettacolo.
Ma la differenza fra Acireale e Catania, oltre nel gioco e negli schemi,
è troppo marcata ed è racchiusa tutta nel valore della rosa.
Secondo il mio giudizio, che può anche non essere condivisibile per
carità, fra le due squadre ci sono due categorie piene di differenza.
Il Catania ha una rosa da sesto-settimo posto in serie C, e di certo non
è un caso se ha dominato il campionato di serie D, l’Acireale ha una
squadra da bassa classifica di serie D, e i punti che ha lo confermano.
Nel Catania moltissimi hanno giocato in serie superiori, inutile fare
dei nomi, nell’Acireale, almeno in quello brutto e inconcludente visto
oggi, non c’è nessun calciatore che può giocare, figurando bene, in
una serie superiore a quella attuale. Nemmeno quel
Didomenicantonio, sostituito inspiegabilmente al 65’, che
nell’abbandonare il campo si è reso protagonista di una plateale
sceneggiata contestando apertamente la decisione del suo tecnico.
Forse per un attimo ha pensato che anziché essere lui il sostituto fosse
Messi.
Così il Catania, pur non brillando, volendo usare un eufemismo e per
non dire giocando male, al 69’ ha trovato la rete con una prodezza di
Andrea Russotto che prima si è procurato un calcio di punizione da
distanza consistente e poi l’ha trasformato in rete con un tiro forte che
ha colpito il palo interno alla destra del portiere di casa Giappone
prima di spegnersi in rete nella parte opposta della porta.
Al 74’ il Catania ha anche raddoppiato, ma l’arbitro D’Ambrosio di
Collegno, che nel complesso ha diretto bene, ha annullato per un
presunto fallo sul portiere, che dalle immagini risulta non toccato da
nessuno!
Trovata la rete il Catania ha badato a controllare senza correre
pericoli.
Ferraro voleva la vittoria, ed è arrivata, ma voleva vedere all’opera
anche calciatori che durante la stagione hanno giocato di meno.
Ebbene, considerando che i giudizi sono sempre soggettivi, Pedicone
ha superato la prova, Giovinco è stato insufficiente, inghiottito dal
non gioco del primo tempo e sostituito al 50’ da Sarao per far dare
luogo alla coppia di attaccanti di peso Sarao-Jefferson, quest’ultimo
ha fatto quel che ha potuto, comunque meglio di Giovinco,
Infine, al 69’, dopo tempo immemorabile, si è rivisto in campo De
Respinis, rivisto nel senso che è entrato al posto di Jefferson, in
quanto non ha avuto occasioni per toccare la palla.
Il migliore del Catania, e non è la prima volta, è stato Andrea
Russotto, sia per la punizione realizzata, sia perché ci ha tentato più di
altri.
Dell’Acireale mi è piaciuto Liga, entrato al 74’ al posto di Joao Pedro,
ma fra le due squadre la differenza tecnica è notevole ed era facile
prevedere che prima o poi il Catania avrebbe prevalso.
Adesso la gara interna contro la Sancataldese, vincere significherebbe
eguagliare il record della Sicula Leonzio e significherebbe ribadire
che il calcio non è fatto di spintoni e gioco ostruzionistico, ma è uno
spettacolo.

Foto d’archivio