AI “CORTI IN CORTILE” UNA TESTIMONIANZA DALL’IRAN
Nella suggestiva sede del Palazzo della Cultura di Catania, emozione in
sala e applausi a scena aperta per il documentario della giornalista
Clementina Speranza che dà voce alla storia di un giovane persiano.
Avvincente, rocambolesca e a tratti toccante, che lascia il pubblico con
profonde riflessioni e mette a fuoco il delicato tema dell’Iran di oggi.
Obiettivo non è solo quello di risvegliare la coscienza, ma anche quello di
ricordare il prezzo che il silenzio comporta. È un invito a non chiudere gli
occhi verso chi è dovuto scappare dalla propria terra anche se mai
l’avrebbe voluto. Babak Monazzami è il nome del protagonista. Le
inquadrature strette riprendono la commozione sul suo volto, il tono della
voce è sempre pacato. Babak ripercorre la sua vita partendo dal ricordo
della guerra tra Iran e Iraq. Aveva 3 anni durante i bombardamenti degli
aerei iracheni, quando con la sua famiglia si rifugiò sulle montagne. Le
stesse montagne che oggi non può più rivedere se non in sogno.
La sua vita inizia scappando e rifugiandosi. E prosegue così, perché in Iran
l’esistenza è ingabbiata in regole ferree che penalizzano e annullano la
libertà e giustificano le crudeli repressioni che inducono Babak a fuggire.
Ed è l’Italia il Paese che sceglie. È a Milano che inizia la sua nuova vita ed
è lì che finalmente riesce a essere felice. Ma anche da Milano sarà
costretto ad allontanarsi, per andare incontro a una serie di difficoltà che
sembra infinita.
In sala erano presenti la giornalista, regista del documentario e Babak
Monazzami.
“… Il tesoro più grande della vita in questo mondo è la libertà, bisogna
conoscerla, apprezzarla e combattere per non perderla, perché una volta
persa non è facile riconquistarla. Noi da 15 secoli stiamo combattendo e
ancora non siamo ancora riusciti a riaverla, un paradosso pensando che per
migliaia di anni noi eravamo il simbolo mondiale della libertà”, ha
commentato Monazzami al termine della proiezione.
STAI FERMO LÌ si chiama il documentario, come la canzone di Giusy
Ferreri per cui Monazzami ha interpretato, durante il suo felice periodo
milanese, un video musicale. “Nel corso delle nostre riprese, Babak ha
rievocato la registrazione del video con la famosa cantante siciliana
affermando il titolo della canzone è il Leitmotiv della sua vita: da una
parte lui scappa e dall’altra ‘sta fermo lì’. E così abbiamo scelto questo
titolo per il documentario – racconta Clementina Speranza –. Ho deciso di
non comparire nel filmato affinché l’attenzione rimanesse sulle sue parole,
sui suoi racconti. Le riprese non sono state facili, l’emozione ha interrotto
numerose volte il girato. Il ripercorrere ricordi cruenti e tragici, memorie
su persone care e luoghi amati, impediva al protagonista di proseguire.
Il documentario con taglio giornalistico STAI FERMO LÌ è in finale, tra i
primi 3 della sua categoria, al Nostalgia Film Festival di Milano ed è
stato selezionato anche per il festival HIIFF Heart International Italian
Film Festival di Bologna. A Catania è stato presentato all’interno di
“Corti in Cortile, il Cinema in breve”, Festival internazionale del
cortometraggio, nato dall’idea di Davide Catalano e giunto alla sua XV
edizione.
22 i Corti in concorso provenienti da: Italia, Germania, Francia, India,
Iran, Irlanda, Bulgaria, Brasile, Ucraina. E 8 le proiezioni fuori concorso.
Durante la rassegna è stato consegnato il Premio alla Carriera a Tuccio
Musumeci, grande attore catanese di cinema, teatro e TV, con alle spalle
52 anni di attività artistica, 13 film, numerose pièce teatrali e 2 serie TV.
L’incontro con l’attore è stato curato da Stefano Raffaele, autore
televisivo.