Che Luca Tabbiani alla guida del Catania costituisse una scommessa
da vincere lo sapevano in molti, che i rossazzurri perdessero due gare
casalinghe su tre lo immaginavano davvero in pochi.
Dopo la prova incolore di Monopoli, resa ancor più sbiadita dalle
quattro reti subite dai pugliesi sul campo di un Avellino trasformato
dall’arrivo in panchina di Michele Pazienza, il Catania ritorna al
Massimino, terza gara casalinga totale fra le quattro disputate.
Alla vigilia dell’incontro l’obiettivo è solo uno, ed è la vittoria, senza
se e senza ma, poiché anche un mezzo passo falso, seppur
rimediabile, sarebbe grave in quanto farebbe precipitare i rossazzurri
in media inglese e aumentare il distacco dal primo posto.
Con l’arrivo di Zanellato, vero lusso per la categoria, il Catania, per
l’organico agli ordini di Tabbiani, è diventata la squadra da battere, il
tecnico genovese, per la rosa che gli ha messo a disposizione la
società, sa che non può fallire la grande occasione della carriera e
deve spegnere sul nascere i primi mugugni, giustificati da una
partenza in campionato tutt’altro che esaltante, fatta da una vittoria
casalinga, un pareggio esterno senza reti e una sconfitta in casa col
Crotone.
Se nello sfortunato esordio contro il calabresi il bel primo tempo
disputato dai rossazzurri aveva fatto lasciato spazio alle
giustificazioni, facendo passare in secondo piano alcuni errori tattici,
e la convincente vittoria contro il forte Picerno aveva rinforzato
l’ottimismo dei tifosi, il deludente pareggio sul campo del Monopoli
ha destato non poche perplessità. Non quanto per il risultato ottenuto,
visto che un pareggio esterno, a denti stretti, può essere anche
accettato, ma per la mancanza di gioco espresso. Il Catania ha tirato in
porta in maniera pericolosa solo una volta e questo può essere
accettato per le squadre che lottano per la salvezza, non per quelle che
aspirano a vincere il campionato.
Quindi Catania-Foggia diventava il primo crocevia di un campionato
che si prospetta difficile e combattuto.
Il Foggia calcio, da alcuni anni a questa parte, sta attraversando un
periodo di grosse difficoltà finanziarie, che con l’avvento alla
presidenza di Nicola Canonico non è riuscito a superare.
Tuttavia, i Satanelli lo scorso anno, partiti malissimo in campionato,
dopo aver sostituito quattro tecnici, nell’ordine Boscaglia, Gentile,
Gallo e Mario Somma, al quinto con Delio Rossi hanno fatto “Bingo”
e sono riusciti, con molta fortuna, a centrare la finale di Play off, per
poi subire due sconfitte con il Lecco.
Quindi al cospetto del Catania un avversario ostico per blasone, anche
se strada facendo la società pugliese, per motivi di bilancio, ha ceduto
alcuni calciatori di valore. Come se non bastasse, la squadra del
giovane allenatore Mirko Cudini si presentava a Catania priva di
quattro pedine, tre di spicco, quali Frigerio e gli attaccanti Berretta,
scuola Milan, e Tounkara. Insomma, per il Catania, che finalmente
ritrovava Lorenzini dopo la lunga squalifica, c’erano tutte le
condizioni giuste per portare a casa i tre punti.
Tutte cose che Tabbiani sapeva benissimo, ma per centrare quella
vittoria, indispensabile per rimettere la squadra in carreggiata,
schierava il suo presunto 4-3-3 destando sorpresa e perplessità,
mandando in campo Liveri in porta, Quaini, e non Silvestri, con
Curado come centrali difensivi, con quest’ultimo con la fascia da
capitano, come se avesse disputato chissà quante gare con la maglia
rossazzurra, poi Mazzotta e Castellini sulle fasce. A centrocampo non
c’è Zammarini e viene buttato subito nella mischia Deli, con Ladinetti
e Rocca. Nel tridente offensivo non ci sono Di Carmine e Marsura,
ma la punta centrale è Sarao con Chiricò e Bocic ai lati.
Formazione tutta inedita per una gara da vincere a tutti i costi.
Al 14’ il Catania ha una grossa occasione per passare in vantaggio,
ma resterà il solo tiro in porta di un primo tempo brutto e
confusionario.
Su un passaggio arretrato di Castellini, Rocca tira mirando l’angolino,
ma il portiere ospite Nobile, con un guizzo felino, si allunga alla sua
destra e riesce a respingere. Il Catania s’affida a lunghi traversoni,
anche belli a vedersi, che tagliano il campo in orizzontale, ma non
riesce mai a verticalizzare in profondità e non riesce a mettere un
uomo davanti al portiere ospite.
Al 15’ Bocic si produce in una bella percussione sulla sinistra, ma poi
sbaglia il cross. Pericolosi gli ospiti un minuto dopo con Peralta, che
conclude a lato. Al 19’ uno degli episodi più discussi della gara: su un
cross teso di Chiricò il portiere ospite Nobile viene caricato in area, il
mediocre Perri di Roma non fischia e lascia proseguire il gioco,
Nobile perde il pallone e ostacola in maniera netta Sarao, l’arbitro non
concede il rigore, rimediando a un errore con un altro errore.
Il Foggia, ben schierato dal giovane tecnico Cudini, gioca bene e al
20’ sfiora la rete su un’azione di Di Noia che dà ad Embalo, ma il suo
tiro lambisce il palo. Nella circostanza Liveri rimane immobile, forse
condizionato da un precedente infortunio.
Si ha l’impressione che non sarà facile domare il Foggia; infatti,
l’impressione è giusta e il Catania, sempre più confusionario, non
riesce più a tirare nella porta pugliese, ad eccezione di un tiro da
distanza notevole del solito Chiricò, bloccato senza difficoltà da
Nobile. Si va al riposo sul risultato di 0-0 e nella ripresa ci si aspetta
un approccio più aggressivo e propositivo da parte del Catania.
Invece, per i primi 8’ del secondo tempo è il Foggia a tenere in mano
il pallino del gioco. Al 58’ Tabbiani, dopo essere stato costretto a
sostituire l’acciaccato Liveri con Bethers, manda in campo Di
Carmine al posto di Sarao e Zammarini al posto di Deli che, al
contrario di Sarao, non aveva sfigurato. Il Catania acquista vigore e
produce gli unici quindici minuti validi dell’intera gara. Al 65’ entra
anche Marsura al posto di Bocic. Al 66’ rossazzurri sfortunatissimi
con Chiricò, spostato sulla destra, che lascia partire un tiro a giro che
colpisce la traversa a Nobile battuto. Ma si tratta di un’azione
personale di un singolo calciatore di levatura superiore per la serie C.
Nel momento migliore dei rossazzurri, in una ripartenza, il Foggia
passa in vantaggio al termine di un’azione ben manovrata: da fuori
area un rasoterra teso di Marino pesca l’angolino alla destra di
Bethers proteso in tuffo. La reazione del Catania produce solo
confusione e un numero notevole di cross alti in area, tutti preda dei
giganti della difesa foggiana. Nessuno che tenta soluzioni diverse con
scambi rapidi e rasoterra. Ancora un’azione isolata di Chiricò all’84’
porta il Catania vicino al pareggio, ma Nobile è superlativo e sventa
una punizione ben calciata dall’attaccante etneo. Nei 6 di recupero gli
ospiti, che si badi non hanno rubato nulla, legittimano la vittoria
quando al 94’ Tonin, approfittando di un’incertezza di Curado, aggira
Bethers e deposita il rete il pallone della seconda rete. Il Catania esce
fra i meritati fischi e i mugugni nei confronti di Tabbiani si
trasformano in contestazione. Uscire indenni da Caserta con il gioco
messo in mostra a Monopoli e contro il Foggia sarà dura. Per far punti
bisogna segnare e il Catania ha realizzato sole due reti in quattro gare!