Il Catania, lento e prevedibile negli schemi offensivi, s’arrende a una non irresistibile Juve Stabia.
Settimana non proprio tranquilla per il Catania dopo il mezzo passo falso casalingo contro il Latina, riacciuffato a circa venti minuti dalla fine da una prodezza di Chiricò.
Il tecnico Tabbiani in settimana ha rispedito con forza al mittente critiche e osservazioni, comprese quelle inconfutabili, suffragate dai numeri. Nel calcio conta molto il gioco espresso, ma ancor di più contano i risultati che s’ottengono.
Se il Catania in quattro gare casalinghe ha conquistato soli 4 punti su 12 a disposizione, sfortuna a parte, ci si deve rendere conto, in maniera serena, che qualcosa non va come dovrebbe andare.
La società ha messo a disposizione del tecnico una rosa di primissima qualità, spetta al tecnico Tabbiani capire che cosa non ha funzionato, e che cosa continua a non funzionare, arrampicarsi sugli specchi è controproducente e autolesionista, in quanto se non si prende consapevolezza delle cause non si troveranno mai i rimedi.
Il Catania arriva al Romeo Menti di Castellammare di Stabia, campo della Juve Stabia, forse nel momento più sbagliato della stagione: classifica deficitaria, anche se rimediabile, e parte della tifoseria sfiduciata e insoddisfatta della guida tecnica.
Dal canto suo la Juve Stabia arriva alla gara da capolista e imbattuta, forte delle tre vittorie casalinghe su tre con tanto di porta inviolata.
Il tecnico delle Vespe Pagliuca schiera il suo 4-3-3- presentando Thiam a difesa dei pali, Baldi, Bachini, Bellich e Andreoni; Buglio, Leone, Erradi; Bentivegna, Candellone e Piscopo nel reparto avanzato.
Tabbiani risponde con lo stesso schema con Bethers in porta, Silvestri e Curado centrali, Bouah e Mazzotta esterni bassi; Zammarini, Quaini e Zanellato a centrocampo, Chiricò, Di Carmine e Marsura nel tridente offensivo. Per il Catania, ma solo in panchina, ci sono i ritorni di Rizzo e Dubickas. Arbitro dell’incontro è il signor Mattia Caldera della sezione di Como.
Prima mezz’ora della gara per il Catania fatta di niente, col portiere di casa Thiam mai chiamato in causa in maniera pericolosa.
Gara giocata al cloroformio, con la Juve Stabia, da parte sua, più intraprendente, che costruisce tre ottime azioni, ma non si rende mai veramente pericolosa, anche se al 15’ un tiro di Bentivegna sibila vicino al palo destro di Bethers.
La prima svolta dell’incontro al 27’ quando s’infortuna Bentivegna ed è costretto a lasciare in campo. Pagliuca manda in campo Meli, Tabbiani non cambia disposizione tattica e al 31’ i padroni di casa passano in vantaggio proprio col nuovo entrato: Chiricò perde un pallone e avvia la ripartenza della Juve Stabia, il Catania ripiega indietro con la velocità di un elefante assonnato e Candellone riesce a mettere Meli in condizione di battere facilmente a rete. Nell’occasione l’azione sembra viziata da un’evidente posizione di fuori gioco, ma in serie C non esiste il VAR e il direttore di gara convalida.
Subita la rete la reazione del Catania è nulla e non produce nessun tiro verso la parta difesa da Thiam, così, dopo oltre tre minuti di recupero, si va al riposo con i padroni di casa in vantaggio per 1-0.
Nella ripresa Tabbiani sostituisce subito Bouah e manda al suo posto Castellini. Cambiano gli uomini ma non il gioco, col Catania che resta lento e prevedibile. Al 60’ Silvestri viene giustamente ammonito per un fallo su Piscopo. Al 62’Tabbiani manda in campo Rizzo e Sarao al posto di Zanellato e Marsura. Il centrocampista messinese non entra mai in gara e si farà ammonire per un fallo a centrocampo.
Al 66’, finalmente, il Catania si rende pericoloso con un tiro di Chiricò, ma Thiam non si fa sorprendere. Al 27’ Juve Stabia vicino al raddoppio col Leone, il pallone sfiora il palo. Chiricò si batte con coraggio e al 76’ viene ammonito per aver litigato con Leone.
Tabbiani tenta gli ultimi cambi mandando in campo all’83’ Dubickas e Zammarini per Ladinetti e Quaini e proprio il primo all’85’ ha una buona occasione ma tira addosso a Thiam.
Al 90’ secondo cartellino giallo per Silvestri che raggiunge prima del tempo gli spogliatoi.
Al sesto minuto di recupero Bethers, con una prodezza in uscita, nega il raddoppio al neoentrato Ravaglia.
La Juve Stabia, pur dimostrando di non essere una squadra irresistibile, vince con merito. La classifica del Catania da bruttina diventa brutta: i rossazzurri precipitano in zona play out, anche se la classifica rimane cortissima e ci sono ancora ampi margini di recupero.
Più della classifica, coi i cugini del Messina che, a parità di gare giocate hanno operato il sorpasso sui rossazzurri, preoccupano gli schemi offensivi che appaiono lenti e prevedibili.
Al di là di quanti tiri in porta abbia effettuato il Catania durante le sette gare giocate, restano i dati oggettivi che non possono essere contestati: il Catania non ha segnato in 4 delle 7 gare disputate. Nel girone del Catania sole tre squadre hanno segnato meno dei rossazzurri.
In questo momento prendersela solo con Tabbiani sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. La società del Catania è composta da persone molto competenti: se Tabbiani è stato scelto vuol dire che chi l’ha scelto ha visto in lui delle potenzialità che l’allenatore genovese, purtroppo, almeno in termini di risultati, non è riuscito ancora a dimostrare. Da parte sua il tecnico etneo deve cercare alcuni correttivi in fase offensiva per rendere la manovra meno lenta e prevedibile.
Da parte dei tifosi bisogna avere pazienza e incitare la squadra contro il Taranto, senza inutili e dannose contestazioni.
Il campionato si presenta molto equilibrato e basterebbe battere il Taranto e vincere sul campo della cenerentola Monterosi Tuscia per avere una classifica del tutto differente rispetto a quella attuale.
Foto d’archivio
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