Nel calcio scrivi Foggia e pensi a Zeman, il tecnico che ha legato il
suo nome al “Foggia dei miracoli”, capace di far nascere dal nulla
autentici campioni, quali Signori, Rambaudi e Baiano, l’unico al
mondo a compiere un’impresa che ha dell’incredibile: dopo due
campionati spettacolari in serie A, smantellata tutta la squadra, ceduti
tutti i “pezzi pregiati” e incassati circa 60 miliardi (una somma
davvero notevole per l’estate 1992), il Foggia, dato da tutti come
sicuro retrocesso, riuscì a stupire l’Europa calcistica e ottenere una
salvezza tranquilla acquistando 16 elementi, due provenienti dalla
serie B e ben quattordici provenienti dalla serie C1, C2 e
Interregionale!
Scrivi Foggia-Catania e pensi all’ultima gara del Catania a Foggia,
con l’inossidabile boemo, tornato per la quarta volta sulla panchina
dei Satanelli, che travolge il Catania di Francesco Baldini per 5-1,
sciorinando calcio spettacolare di altissimo livello.
Ma proprio il Catania, già battuto anche al Massimino per 2-1, fu la
causa involontaria di un grave danno subito dai pugliesi, la radiazione
assurda portò la Lega a una decisione ancora più assurda annullando
tutte le gare disputate dai rossazzurri a pochissimi turni dalla fine.
Al Foggia vennero sottratti 6 punti in classifica e i calciatori subirono
un chiaro trauma psicologico. Zeman riuscì a portare lo stesso la sua
squadra ai Play off Nazionali, vincendo le due gare esterne nella
prima fase, ma, a parità di risultati, il Foggia venne eliminato in
seguito dalla Virtus Entella per peggiore classifica nella regolar
season. Zeman, non ottenuti i rinforzi, rescisse il contratto che lo
confermava per la stagione successiva, in quanto la società versava in
difficoltà economiche.
La situazione, occultata lo scorso torneo dallo straordinario finale di
stagione di Delio Rossi, capace di arrivare in Finale, poi persa, contro
il Lecco, è esplosa in tutta la sua evidenza in quello in corso e il
Foggia ha pagato con un campionato assai mediocre che lo vede in
lotta per evitare i Play out. Dopo un avvio molto promettente, che ha
visto i pugliesi vincere con merito a Catania per 2-0, in una delle tante
gare fallite tatticamente da Luca Tabbiani, i rossoneri, dopo l’ottava
giornata di campionato, si trovavano al secondo posto con 15 punti,
dietro la capolista Juve Stabia che ne vantava 18, poi un lento e
inarrestabile declino.
Il Foggia, ceduti quasi tutti gli elementi di spicco nel lungo mercato di
gennaio, ospita il Catania di Lucarelli dopo aver conquistato la
miseria di appena 4 punti nelle ultime 9 gare, deciso a interrompere la
striscia di 4 sconfitte consecutive.
Se il Foggia di inizio stagione è notevolmente cambiato dopo la
cessione di calciatori in grado di fare la differenza in Serie C, come
Tounkara, Peralta (ceduto al Catania) Garattoni e Frigerio, Beretta e
Dalmasso, tutti ceduti in serie B al Lecco, tanto per fare alcuni nomi,
il Catania, con 12 acquisti e 12 cessioni è irriconoscibile, solo il
Monopoli con 14 acquisti ha fatto di più.
Ma i rossoneri, negli ultimissimi giorni di mercato, hanno cercato di
rimediare alla cessione degli elementi di spicco, prelevando buoni
elementi come Millico, proveniente dall’Ascoli, Tascone dalla Virtus
Entella, schierati titolari contro il Catania e, sul gong gli ex
rossazzurri Ercolani e Manneh.
Il Catania arriva allo Zaccheria col preciso intento di portare via i tre
punti e cancellare con un colpo di spugna la scialba gara interna
contro il Monopoli. Quindi, punti in palio che pesano.
Lucarelli ha preso la bizzarra abitudine di non diffondere la lista dei
convocati e di tenere la formazione occultata fino a poco prima del
fischio d’inizio della gara per poi sorprendere schierando una
formazione inaspettata, come se bastasse solo questo per fare risultati.
Così il tecnico livornese ha presentato allo Zaccheria il suo 3-4-1-2,
ancora una volta rivoluzionato, Albertoni in porta, al posto
dell’infortunato Bethers, preferito al nuovo arrivato Furlan, poi
Castellini, Kontek e Monaco nei tre di dietro, un centrocampo
formato da Rapisarda e Haveri esterni con Zammarini e Quaini
centrali, Peralta dietro le due punte Di Carmine e Chiarella.
Formazione da tentativi ed errori, con alcuni elementi, come
Chiarella, schierati fuori ruolo.
Parte bene il Foggia che nei primi 19’ si procura tre buone occasioni,
ma a passare in vantaggio è il Catania al 21’, dopo un’azione confusa
in area di rigore dei rossoneri, il tocco vincente è quello di Rapisarda.
Il Foggia reagisce subito e al 32’ pareggia con un colpo di testa di
Santaniello, bravo a trovare lo spazio su una punizione battuta da
Millico. Nei due minuti di recupero doppio giallo per l’esordiente
Haveri e Catania che rimane in inferiorità numerica.
Ad inizio ripresa la superiorità numerica galvanizza il Foggia che ci
tenta al 54’ con Salines che sfiora l’incrocio dei pali, e con Tonin due
minuti dopo. Il Foggia continua a fare la partita, ma il Catania si
difende con ordine. Foggia che ci tenta ancora all’82’ con Tascone
che con un tiro da fuori area sfiora il palo. Nei sei minuti di recupero i
padroni di casa insistono ancora ma la gara non cambia, Per il Foggia
un punto prezioso per tenere lontana la zona retrocessione, per il
Catania un’altra occasione sciupata dopo una gara giocata, ancora una
volta, sotto tono. A poco vale l’attenuante di aver giocato in
inferiorità numerica in quanto il Monopoli al Massimino, in 10 per
tutto il secondo tempo e sotto di una rete, ha disputato una gara
brillante portato via il pari.
Adesso il recupero sul campo del Picerno, ma se il Catania è quello
visto nelle ultime due gare sarà difficile vincere.
In dieci gare alla guida del Catania Lucarelli ha ottenuto 15 punti con
4 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte. Media punti 1,50, certo meglio della
media di 1,25 registrata con Tabbiani, ma una media che significa
mediocrità e che, se non incrementata, a fine campionato porterebbe
la squadra a chiudere fra l’ottavo e il decimo posto.
Certo c’è la Coppa Italia.
Foto d’archivio