L’unica cosa bella di una tempesta è che quando finisce tutti gli esseri
umani apprezzano ancor di più il sereno.
La pesante sconfitta di Avellino aveva scatenato una vera e propria
bufera sul Catania, la società ha avuto la tempestività di correre ai
ripari per evitare che i danni potessero diventare ingenti.
Cristiano Lucarelli è stato rimosso dall’incarico di allenatore del
Catania. Il tecnico livornese lascia la panchina portandosi dietro
l’amaro record di peggiore allenatore della storia del Catania in serie
C, in quanto, con appena 20 punti conquistati in 17 gare, alla media di
1,17, ha battuto il precedente record negativo di 1,25 stabilito da Luca
Tabbiani.
Le cifre sono queste e non possono essere contestate e nel mondo del
calcio, quando le cose vanno in maniera opposta ai progetti e alle
aspirazioni di una società a pagare è sempre l’allenatore.
Nel caso di Lucarelli non ci sono motivi validi e sufficienti per poter
giustificare il rendimento del Catania, a meno che uno non voglia
arrampicarsi sugli specchi.
Il tecnico livornese ha rinunciato solo a parte degli emolumenti che
gli spettavano in quanto aveva sottoscritto un contratto biennale.
Si gira pagina a guidare la squadra viene promosso il tecnico Michele
Zeoli ed entra nello staff tecnico l’ex rossazzurro Vanzetto.
I rossazzurri hanno bisogno della vittoria per allontanare i cattivi
pensieri, il Potenza, che mirava a tutt’altro tipo di campionato, arriva
al Massimino in ritardo per un guasto al pullman, ma arriva lo stesso
con l’intenzione di portare via l’intera posta per tentare di acciuffare i
Play off.
Zeoli schiera un 4-3-3 confermando Furlan in porta e preferendo
come centrale Monaco a Curado, sotto accusa dopo la disfatta di
Avellino, l’altro centrale è Kontek. I due cursori di fascia sono
Castellini e Celli, ma quest’ultimo non riesce ancora a fornire un
rendimento sufficiente. A centrocampo Sturaro, Zammarini e
Welbeck, il trio di attaccanti è formato da Cianci punta centrale con
Chiarella e Cicerelli ai lati.
Nel Potenza restano in panchina gli ex Andrea Di Grazia e Rossetti,
quest’ultimo entrerà solo all’86’.
Primo tempo brutto da parte di entrambe le squadre, le uniche due
cose da segnalare sono l’infortunio a Cianci al 10’ del primo tempo in
uno scontro fortuito con Sbraga, l’ex Catanzaro stringe i denti, gioca
con una fasciatura alla testa, ma poi, al 27’, sarà costretto a lasciare il
posto a Costantino e poco dopo l’infortunio a Cicerelli, al quale
subentrerà Marsura.
In chiusura di primo tempo un errore di Celli mette Saporiti in
condizione di crossare, la bella sforbiciata di Caturano si perde poco
alta sulla traversa.
Nella ripresa la gara si sveglia, Zeoli lascia negli spogliatoi Celli e lo
sostituisce con Rapisarda, mentre Sturaro viene sostituito da Ndoj.
Gli effetti benefici del cambio Celli-Rapisarda si vedono subito, quelli
della sostituzione di Sturaro con Ndoj non si vedono.
Al 62’ Zeoli richiama in panchina uno spento Chiarella e manda in
campo Cosimo Chiricò.
Al 70’ il Catania ha una grande occasione per passare in vantaggio
quando un cross dal fondo di Rapisarda viene colpito di testa da
Marsura, ma Alastra si supera e respinge.
Un minuto dopo Costantino, fra i peggiori in campo, da ottima
posizione manda il pallone in curva.
Anche il Potenza ha le sue due belle occasioni, entrambe con il vivace
Volpe. Al 74’ ci vuole una prodezza di Furlan per mettere fuori un
pallone indirizzato sotto la traversa e al 76’il pallone colpisce la parte
alta della traversa. In un’altra occasione sarà Monaco col corpo ad
evitare una rete sicura.
Si chiude sul risultato di parità, giustissimo per quel che si è visto in
campo. Il Catania non ha vinto in quanto deve eliminare ancora tanti
difetti e non perché l’arbitro ha diretto all’Inglese o è stato severo.