Due anni senza Piero Iuvara, due anni senza il suo estro.
Artista poliedrico a 360° perché non c’è un campo della cultura che Piero Iuvara non abbia provato ad esplorare. Così, a due anni dalla scomparsa, cosa vogliamo ricordare di lui? il poeta? il giornalista? il suo cabaret? Il commediografo? Lo scrittore? Il viaggiatore? No, prima di tutto desideriamo, fortemente, ricordare la sua umanità che trasuda in tutte le sue produzioni che sono state tante, una più coinvolgente dell’altra. Così come i suoi cortometraggi con trame dense di spaccati sociali dove le problematiche, tipiche del nostro tempo, sono state raccontate con un realismo sferzante, doloroso, attuale. Uomo di cultura, dunque, ma di quelle alimentate anche da un bagaglio d’esperienza che solo un viaggiatore, com’è stato lui, ti può donare e Piero, grazie al suo sentirsi cittadino del Mondo, errante tra Europa ed America, ha esaltato ancor più il suo estro, ci ha saputo restituire pagine e pagine intrise di altri mondi culturali. Ci manca Piero e tanto, soprattutto in una società piatta e lineare come quella odierna anchilosata in un mondo virtuale d’impalpabili social, e se ci fosse stato ancora lui chissà come avrebbe descritto, denunciato e forse anche deriso, questi anni gonfi di nulla.
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