L’Avvocato Pietro Gurrieri, noto per il suo impegno civile e giuridico, aveva visto giusto. Nel suo libro Autonomia differenziata: come la Destra ha spaccato l’Italia, con prefazione di Federico Cafiero De Raho, edito da Bonanno, l’autore aveva denunciato con lucidità i rischi e le incongruenze della legge n. 86/2024. E la recente presa di posizione della Corte Costituzionale conferma in pieno le sue analisi. Qualche giorno fa, infatti, un comunicato stampa della Consulta ha anticipato che ben 7 punti fondamentali del provvedimento sono stati dichiarati incostituzionali, mentre altre parti del testo risultano compatibili con la Carta solo se interpretate nei termini indicati dalla Corte nella sentenza, che sarà pubblicata a breve.
La Corte ha evidenziato una serie di problematiche cruciali, smontando l’impalcatura normativa che avrebbe dovuto introdurre l’autonomia differenziata. Sono state riscontrate violazioni al principio di uguaglianza, lesioni alla competenza esclusiva dello Stato su temi fondamentali come sanità e istruzione e un grave squilibrio nei rapporti tra Stato e Regioni. Elementi che, secondo la Consulta, rischiavano di compromettere l’unità e l’efficienza del sistema istituzionale italiano. Non è un caso che questi siano esattamente i nodi critici affrontati da Gurrieri nel suo volume, in particolare nelle sue conclusioni, dove aveva messo in guardia contro le potenziali derive disgregative della riforma.
Il libro, tuttavia, non si limita alla critica giuridica. Gurrieri affronta con competenza anche le conseguenze sociali e politiche di un progetto che, a suo avviso, avrebbe aumentato le già profonde disuguaglianze tra Nord e Sud. Con un’analisi articolata, l’autore mostra come l’autonomia differenziata rischiasse di creare un Paese diviso, in cui i diritti fondamentali dei cittadini dipendessero dal luogo di residenza. La sanità, ad esempio, sarebbe potuta diventare un diritto a due velocità, con servizi di qualità nettamente inferiori nelle regioni più svantaggiate.
La sentenza della Consulta non solo conferma la fondatezza delle tesi di Gurrieri, ma sottolinea anche l’urgenza di un dibattito serio e approfondito su un tema di tale rilevanza per il futuro del Paese. Alla luce di questo pronunciamento, le parole di Gurrieri assumono un valore quasi profetico, ribadendo la necessità di ripensare il progetto autonomista in chiave di coesione nazionale, piuttosto che di divisione.
Con uno stile chiaro e rigoroso, ma accessibile anche ai non esperti, Autonomia differenziata: come la Destra ha spaccato l’Italia rappresenta una guida preziosa per comprendere le implicazioni di una legge che avrebbe potuto alterare profondamente l’assetto istituzionale del Paese. Un libro che, oggi più che mai, merita di essere letto e discusso.

Redazione