Il Comune di Camporotondo Etneo e l’Istituto Elio Vittorini accumunati tra ricordi e speranze nel “Giorno della Memoria”.
La data è una di quelle importanti, come l’ottantesimo anno dalla liberazione di Aushwitz, e non è solo il numero tondo a fare la differenza, ma il fatto che dopo otto decenni, ancora si ha la volontà di rievocare gli orrori di un massacro come quello di milioni di ebrei, affinché le nuove generazioni conoscano ciò è successo nella speranza che non possa più accadere. Questo è il messaggio di auspicio e tema portante dell’incontro di oggi tra i rappresentanti del comune di Camporotondo Etneo, con il Sindaco e l’amministrazione Comunale al gran completo, i ragazzi e i docenti della scuola media “Elio Vittori”, incontro che si è arricchito grazie a due veterane testimonianze di chi c’era e ha vissuto quegli anni terribili di guerra. Ed è l’assessore Alice Sciuto a gestire gli interventi cominciando a dare la parola alla più anziana del paese, la signora Maria Rapisarda che, frugando tra i ricordi dei suoi 97 anni e con una invidiabile lucidità mentale, ha rievocato, con flebile ma decisa voce, astute iniziative a cui bisognava dare seguito per difendersi dalle truppe tedesche pronte a razziare quelle poche risorse disponibili in ogni famiglia e nascondere i più deboli dalla violenza nazista. Sarà stata la veneranda età, la debole voce, la tenerezza che suscitava quel corpicino fragile fuori e forte dentro, ma davvero il suo intervento ha incantato le decine e decine di ragazzi presenti e… non solo loro. Altro ricordo di chi può affermare “io c’ero”, è stata la testimonianza di un altro “giovanotto” di 94 anni come il signor Santo Caserta che ha raccontato come la fame fosse il denominatore comune tra la popolazione, e in ogni caso Camporotondo, tra i paesi etnei, è stato molto fortunato non avendo subito bombardamenti con l’unico ordigno caduto sul territorio che non è esploso. Da questo evento, ci tiene e a precisare, il 6 agosto si ringrazia ogni anno Sant’Antonio Abate per il miracolo ricevuto. Spazio anche al baby sindaco Angelo Aiello, un intervento che possiamo riassumere nel suo pensiero finale che è più di una speranza: “ricordare affinché tutto questo non accada più”. Ricordi e sempre ricordi, è stato tutto un susseguirsi come quello del signor Antonio DI Mauro che, anche se non ha vissuto quel periodo, ha raccontato di una grotta presente sul territorio divenuta rifugio per cibo e popolazione. Mentre il sig. Domenico Tripi, citando Primo Levi, ha chiosato alla fine del suo intervento che “se è successo, vuol dire che può succedere ancora”.
Anche la dirigente Giuseppa Centamore ha rimarcato l’importanza di queste giornate per i ragazzi e per la società affinché tutto questo non accada più in futuro.Mentre gli interventi istituzionali del Presidente del Consiglio comunale Giovanni Torrisi e del sindaco Filippo Rapisarda si sono incentrati, e non poteva non essere così, sugli orrori della Shoa e come la storia sia stata, fino adesso, maestra con cattivi allievi, perché ancora oggi si contano ben 56 guerre in tutto il pianeta ed eventi come il genocidio di Gaza e la “dittatura” dei social, ha precisato Rapisarda, deve far riflettere di come il male insito nella natura umana cambia pella senza mutare nella forma e nella sostanza.
Emozionante anche l’intervento finale di alcuni studenti con le loro lettere a tema e le numerose domande rivolte a chi ha vissuto questi anni di terrore, e qui parliamo, tra intervistatore e intervistati, di distanze generazionali abissali che possiamo serenamente affermare per una mattinata si sono azzerate accumunati da un unico desiderio che è anche una speranza: mai più tutto questo.
Concetto Sciuto
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