Altre sei tappe e calerà il sipario su una delle stagioni più tormentate
di sempre della storia della Serie C. Due squadre, Taranto e Turris,
estromesse dal campionato, oltre cinquanta gare annullate, reti da
cineteca che sono diventate mai realizzate, ammonizioni, espulsioni,
premi partita e multe, arrabbiature e magliette sudate: tutto inutile.
Classifica trascritta due volte, dopo l’esclusione del Taranto e poi
dopo la recente esclusione della Turris. Squadre nettamente favorite,
l’Avellino su tutte e squadre danneggiate in maniera solare come il
Trapani. Ma non è una cosa seria, recitava una commedia del grande
Pirandello. Continuare in questa maniera non è più possibile, urgono
delle riforme immediate, per non scivolare nel farsesco.
Intanto, per questa stagione, il campionato in un modo o nell’altro
bisogna portarlo al termine.
Con la Turris, appena estromessa dal campionato il Catania, che per
calendario avrebbe dovuto ospitare i corallini, è stato costretto a
riposare durante il turno infrasettimanale così, dopo la larga vittoria di
Latina, i rossazzurri ha ricominciato il loro cammino recandosi al
Franco Scoglio di Messina per disputare un derby che ha perduto
l’antico fascino, ma non è privo di interesse per le opposte tifoserie.
La situazione societaria e di classifica del Messina oscilla fra la
disperazione e la rassegnazione. Nonostante ciò la squadra affidata al
pressoché sconosciuto ma volenteroso tecnico Simone Banchieri ha
dato segni di vitalità nel turno infrasettimanale pareggiando 3-3 a
Cava de’ Tirreni contro la Cavese. Un risultato importante se la serie
C fosse del tutto credibile. Ma con la situazione attuale della serie C,
con una classifica che vede molte squadre demotivate, con la Cavese
né pesce né carne, ormai salva e impossibilitata a raggiungere
posizioni di prestigio, qualche legittimo dubbio riguardo le
motivazioni e sulla concentrazione delle squadre e sui risultati che
scaturiscono dal campo sorge spontaneo. La Cevese vinceva 3-1 a
metà del secondo tempo poi si è fatta raggiungere dal Messina senza
dannarsi l’anima.
Il cinquantenne tecnico di Torino sa bene che il Messina è quasi
spacciato, altrimenti Giacomo Modica non si sarebbe mai dimesso,
nonostante ciò mira a conquistare i punti necessari per potere
disputare lo spareggio Play out contro la Casertana e centrare una
salvezza che, dopo la penalizzazione, avrebbe il sapore di una vera e
propria impresa.
Al cospetto dei peloritani il Catania di Toscano, in serie utile da 5
gare con 2 vittorie, entrambe esterne, e 3 pareggi.
Un Catania continuamente debilitato da una serie infinita di infortuni
che Mimmo Toscano, fra polemiche e malumori, è stato capace di
mantenere sempre in zona Play off.
Toscano mira alla vittoria e presenta un 3-4-2-1 con Dini in porta;
Ierardi, Di Gennaro e Gega nel pacchetto arretrato, poi Raimo, De
Rose, Anastasio e Quaini centrocampo, Lunetta e Jimenez a sostegno
di Montalto.
Nel Messina sono assenti parecchi elementi e, una volta tanto, la
panchina del Catania è più assortita di quella della squadra avversaria.
L’avvio è frenetico con un’occasione per parte, poi il Catania prende
in mano le redini del gioco e al 15’ Lunetta smarca Raimo che segna,
ma è in fuorigioco. Al 17’ azione di Quaini per Anastasio e tocco
indietro per Lunetta che di piatto porta in vantaggio il Catania.
I rossazzurri sono padroni del campo e Dini non è mai chiamato in
causa, ma il Catania ha il torto di non raddoppiare e si va al riposo
con gli uomini di Toscano in vantaggio col minimo scarto.
A inizio ripresa il Messina manda in campo Vicario e Tordini al posto
di Pedicillo e Dell’Acqua. Il Messina appare trasformato e al 51’
Tordini centra in pieno la traversa con una botta da fuori area.
Messina galvanizzato e al 53’ Dini deve compiere un grande
intervento per neutralizzare un colpo di testa dell’ex Costantino.
Banchieri ci crede e manda in campo De Sena al posto di Costantino.
Toscano corre ai ripari e manda in campo al 59’ Dalmonte e De Paoli
al posto dell’acciaccato Lunetta e dello spento Montalto.
I giallorossi continuano ad attaccare, ma a poco a poco si spengono
come una candela. Il Catania non corre più veri pericoli.
Sale in cattedra un gigantesco Ierardi che blocca tutte le iniziative
degli avversari, mentre Dalmonte e De Paoli sono mobili e si rendono
pericolosi e il Catania sfiora il raddoppio. La più grande occasione
capita all’80’sui piedi di Jimenez che, a tu per tu con il portiere del
Messina si fa respingere il tiro.
Non succede più niente di eclatante e prevale la maggior tecnica del
Catania che si porta a casa una vittoria meritata contro un buon
Messina che ha dimostrato di avere un organico migliore di quanto
espresso dalla classifica.
Per il Catania sesto risultato utile consecutivo, con terza vittoria
consecutiva in trasferta.
Nella prossima gara al Massimino arriverà il Crotone, una delle
formazioni più attrezzate del campionato, un banco di prova valido
per capire dove può arrivare questo Catania.
Foto di repertorio