Un ATLETICO MASCALUCIA lento – macchinoso ed ingenuo perde con IBLEA ’99 (2-1)
LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI
Quanto suddetto è la vera sintesi di una partita che l’Iblea ’99 ha giocato con grande cuore, ma senza gioco puntando solo sulle ripartenze. L’Atletico, nonostante abbia mitragliato la porta di un grande Giovanni Iura, è stato lento, macchinoso e poco cattivo: il punteggio finale di 2 – 1 a favore della squadra di casa è bugiardo e veritiero allo stesso tempo. La pesantissima assenza del “ragno nero” Mangano non è stata, poi, così determinante, in quanto Peppe Caruso abbia fatto davvero il possibile, giocando una dignitosa partita. Alla caccia della settima vittoria consecutiva, Previti manda in campo Caruso G, Bosco, Arena, Sanfilippo e Catania, oggi spento e impalpabile. La prima occasione è per Daniele Bosco, il quale scalda i guanti di Iura con un gran tiro su punizione. Dall’altra parte in contropiede e in superiorità numerica, è pericoloso l’Iblea con Todaro che serve sul secondo palo Mandarà, ma Caruso G. compie una gran parata, aiutato dalla lentezza dell’avversario nel tap-in. Le squadre tendono a chiudersi e a studiarsi, fino a quando Bosco trova uno spazio di sponda per Catania, il cui debole sinistro viene respinto con difficoltà da Iura. L’Atletico alza i ritmi e cerca a più riprese il colpo dell’ 1 – 0, ma l’Iblea, sorniona, sfrutta un’altra ripartenza, con Campo che serve Mandarà, il quale non ripete l’errore e porta i suoi in vantaggio. Un minuto dopo c’è un’azione sospetta in area con Caruso A. messo giù da Campo. Sembra rigore solare, ma l’arbitro lascia proseguire. Il primo tempo sta per scadere, tuttavia c’è il tempo per un’altra occasione per parte: la prima con il pallonetto di Cascone, salvato da Freni sulla linea, poi con il sinistro di Caruso A. in girata, parato alla grande da Iura. La prima frazione termina con i casalinghi in vantaggio di una rete e con gli ospiti poco cinici.
La ripresa comincia con un brivido: in area rimane un pallone vagante, calciato da Todaro alla meglio. Caruso G. para e devia sul palo. L’Atletico ha il pallino del gioco, mentre l’Iblea attende sorniona. Iura lancia con le mani Campo, il cui sinistro centra il legno più lungo. Dopo dieci minuti dall’inizio della ripresa, stangata micidiale per i nostri: Bosco taglia in verticale per Sanfilippo, che solo davanti a Iura sbaglia clamorosamente il tap-in del pareggio; sul contropiede la difesa si fa trovare disattenta e Campo realizza il doppio vantaggio, dopo aver saltato Caruso G.. Non è ancora finita però, perché Arena trova lo spiraglio giusto e crossa per Catania, che appoggia in rete. La partita si infiamma e gli ospiti premono, ma la più grande occasione capita quando l’arbitro espelle Mandarà per doppia ammonizione. L’Atletico ha un uomo in più, ma non riesce nemmeno ad essere pericoloso, e si fa chiudere ogni palla, a causa della mancata velocità nella circolazione. Ristabilita la parità numerica Previti gioca la carta Pellegrino come portiere in attacco, e proprio quest’ultimo calcia molto bene un pallone che sarebbe finito in rete, se Caruso A. non si fosse interposto tra il tiro e la porta. Finisce qui una partita bugiarda nel risultato, ma che ha mostrato i veri limiti di un Atletico lento, macchinoso e ingenuo.
ALESSIO PATTI
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