GYMNICA SCORDIA – ATL. MASCALUCIA 2 – 2

Dopo i tempi supplementari la sentenza che condanna gli atletisti, fuori per il piazzamento in campionato

Gli arbitri? Se ne potrebbero fare molti di discorsi sulla figura stramba e poco chiara del direttore di gara, tuttavia da ciò che si vede ogni settimana in tutti i campi del mondo mi viene da pensare che non agiscano in malafede, ma che siano semplicemente con una scarsa preparazione, per nulla adeguata. L’arbitro può commettere degli strafalcioni, ma se una squadra gioca bene e reagisce porta comunque a casa il bottino.

Il calcio, o calcio a cinque che sia, è uno sport di corsa, fiato, tecn…NO! In questo sport, prima di tutto ci vuole cervello, tanto cervello. Non si può pensare di commettere sempre lo stesso errore pensando che sia la cosa giusta, anche dopo che chiunque ti abbia indirizzato verso strade migliori e semplici. Tra l’altro Previti, quest’anno più di quello passato, non sembra aver dato delle indicazioni tattiche dell’altro mondo, eppure sembra che l’allenatore dell’Atletico parli il cingalese, o non so più che altra lingua, visto che poi si vedono scene da film dell’orrore, non da partite di calcio. E in queste situazioni non basta più, poi, il miracolo di San Danilo (e quanti ne ha fatti quest’anno…), o la grande giocata di un sempre ineguagliabile Pellegrino, perché cadi sotto i colpi di un avversario più fortunato di te.

Dopo siffatta premessa, è anche giusto parlare dell’ingloriosa e, permettetemi, ingiusta fine che i nostri hanno fatto oggi, giocando davvero con gran cuore e mostrandosi superiori e non di poco allo Scordia. Tuttavia proprio nella premessa stanno le cause del pareggio odierno, che per peggior piazzamento condanna i mascalucesi alla permanenza in serie C2.

Previti lancia in campo dall’inizio Reina e Lombardo, dopo la bella prestazione nell’ultima di campionato a Noto, insieme con Mangano, Arena e Sanfilippo. La prima frazione di gara si mostra alquanto priva di emozioni, anche se l’Atletico si mostra superiore e crea qualcosa in più. Prima Reina, stoppato al momento della conclusione, e poi Leo, che dopo aver saltato tre uomini viene fermato dal portiere avversario, cercano vanamente la rete, e il primo tempo termina, scialbo e soporifero, sul punteggio di 0 – 0.

La ripresa non è, per ovvi motivi, calma e serafica come i primi trenta minuti, e arriva il vantaggio casalingo con Pilota, ben lanciato dal proprio portiere. Gli ospiti non accusano il colpo, anzi, rifilano un terribile uno-due agli avversari, che li porta meritatamente avanti: Sanfilippo, servito da Lombardo, calcia da fuori e sulla parata Reina, da vero rapinatore, insacca il pareggio; il sorpasso è opera dello stesso Sanfilippo, il quale con un destro chirurgico realizza nel migliore dei modi il bel passaggio di Reina. Le lancette dell’orologio segnano l’inesorabile avvicinamento dell’Atletico alla finale dei play-off, grazie anche alle numerose parate di Mangano, vitali per la propria compagine, se non arrivasse, tuttavia, il grossolano errore di Arena, il quale si avventura in un poco consigliato break da ultimo uomo. Il pallone termina cosi sui piedi di Murgo, il quale realizza un gol tanto epico quanto comico: capendo che aveva ormai perso la palla, Arena la calcia via, ma un avversario si posiziona davanti a lui e fa sì che la sfera finisca sui piedi di un Murgo comunque in netto ritardo su Mangano. Quest’ultimo in uscita (impeccabile e con esatta scelta di tempo) non riesce ad evitare che il rimpallo favorisca il numero 4 avversario, e la palla rotola quindi verso la porta ospite. Poco prima del fischio finale c’è tempo per il tiro libero della vittoria, ma Catania se lo fa parare. Nei tempi supplementari lo Scordia è inesistente e gli ospiti hanno altri due tiri dai dieci metri per portare a casa la qualificazione, entrambi falliti da Pellegrino e Lombardo. Il triplice fischio condanna gli ospiti all’eliminazione, meritatamente per alcuni motivi, immeritatamente per altri. Il parapiglia finale è solo la ciliegina sulla torta di una pagina calcistica da strappare e gettare nel fuoco. Intelligenti pauca…

ALESSIO PATTI