LUIGI DI PINO e DAVIDE VIGLIANISI ospiti di MANLIO GRIMALDI nella puntata di SESTA ORA del 05 febbraio 2013
5 febbraio 2013 : festa della Santa Patrona di Catania , S. AGATA.
MANLIO GRIMALDI si prepara in studio per una interessantissima puntata e lo fa attraverso e con i suoi ospiti , nell’occasione LUIGI DI PINO e DAVIDE VIGLIANISI, in quella che si annuncia essere una delle puntate più particolari che lo stesso conduttore abbia mai potuto condurre , in una giornata particolarmente cara ai catanesi e dove l’intera città si raccoglie , alle 18.00 in punto , attorno al Duomo in attesa , minuto più minuto meno, dell’uscita della Santuzza.
Soffermiamoci sui due ospiti per capire l’impostazione della puntata e come la stessa si andrà a snodare ; LUIGI DI PINO è un artista , come più volte definito, intrigante e persuasivo, con esperienze in campo figurativo , teatrale , poetico e musicale ; è un compositore ed autore dei suoi stessi brani ma la sua migliore espressione artistica è quella del CANTASTORIE, quel cantastorie legato strettamente alla tradizione siciliana. Quindi un comunicatore e la sua comunicazione artistica avviene attraverso la pittura , la poesia, la musica , attraverso il teatro. Ricorda con simpatia come tutto ebbe inizio , quando ricevette una lettera dal figlio di tal ORAZIO STRANO , icona dei cantastorie siciliani, in rima , dattilografata e con tanto di complimenti che in parte recitava
” Dedico cu tanta simpatia
stu sunettu cudatu
a l’amico Luigi DI Pino e cumpagni
augurandoci tanta fama
‘nda tutta la Sicilia e fora”
e quel fora lo stesso LUIGI DI PINO lo intrerpreto’ alla lettera girando in lungo e largo il mondo intero con pieni riconoscimenti ovunque.
Un curriculum da far paura al solo pensiero di sfogliarlo , io fra le tante cose che lo riguardano ( e per questo vi invito a consultare il suo profilo su facebook o su youtube guardando nel contempo una marea di video che lo riguardano ) sono stato colpito dalla sua seconda tesi di laurea , presso l’Università degli Studi di Bologna facolta’ di Lettere e Filosofia, in Storia dello Spettacolo con ” I CANTASTORIE SICILIANI – GENERAZIONI A CONFRONTO ” che faceva seguito alla prima in Antropologia Teatrale . Ricordo anche il cortometraggio ” IL CANTASTORIE DEL 2000 ” con cui vince il concorso per cortometraggi “MEMORIE DI SICILIA”, poi proiettato presso il Monastero dei Benedettini di Catania per gli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia. Si dedica a tempo pieno al progetto “ASSOCIAZIONE IL CANTASTORIE” che ha come obiettivo il recupero del materiale della tradizione siciliana destinato al ” MUSEO DEL CANTASTORIE” e per questo invita chiunque ad una fattiva collaborazione nel fornire materiale ( mantenendone la ovvia proprietà). Si definisce un innamorato delle nostre radici culturali siciliane fortemente desideroso di scavare nel patrimonio popolare siciliano al fine di portare alla luce e divulgare le tradizioni artistiche. La sua associazione culturale , che lo vede fondatore (maggiori informazioni su www.ilcantastorie.com), ha una propria biblioteca sociale con gli stessi soci che possono gratuitamente consultare ed avere in prestito i tantissimi libri a disposizione. Esiste ” IL CANTASTORIE SICILIANO” , un periodico di informazione culturale a cura della stessa associazione; questo mensile è nato dalla precisa esigenza di veicolare la cultura popolare attraverso il maggior numero possibile di canali di comunicazione , con pagine che mi hanno particolarmente colpito per avere la parte scritta inscritta (gioco di parole) in un disegno raffigurante la Sicilia. LUIGI DI PINO partecipa a progetti PON e didattica, progetti che mirano a trasferire agli allievi partecipanti una conoscenza approfondita dell’argomento trattato nonché alla creazione di un momento di spettacolo con i corsisti protagonisti. Simpaticissima l’idea che l’artista ( cantautore-cantastorie-poeta-menestrello-musicista-attore-studioso e fianco agricoltore e produttore di “fasulinu mascalese” ) partecipa in maniera divertente e creativa a celebrazioni con lo stesso LUIGI a creare un’atmosfera che coinvolge il pubblico e canta l’amore al tavolo degli sposi in occasione di matrimoni; compone in versi la vera storia della coppia , evidenziando pregi , difetti ed episodi significativi , tratti dalla vita reale dei festeggiati e che in genere viene rappresentata prima del taglio della torta alla presenza di tutti gli invitati. E se poi per un attimo penso di andare a guardare dei suoi video su youtube non posso rimanere incantato a seguirlo nelle interpretazioni di ” QUANTU E’ LARIA LA ME ZITA” – ” E POI MORI” – ” VITTI NA CROZZA”, ETC, ETC
DAVIDE VIGLIANISI è figlio d’arte , figlio di MELO colui che viene definito ” u crispiddaru di via Plebiscito”. Non appena entri nella CASA delle CRISPELLE ( via Plebiscito angolo Via Vittorio Emanuele a Catania) vieni colpito dalla vista delle crispelle di riso. Crispelle che nuotano nel miele, crispelle che si arrotolano nel miele e che dello stesso miele succhiano gli aromi alla zagara d’arancia; vanno a ruba ma ecco che dal padellone ne arrivano un’altra catasta. Le crispelle di riso: ” cosa ruci” inserite a pieno titolo nella cultura dolciaria della nostra Catania. A gestire questa attività MELO VIGLIANISI assieme ai fratelli ed al figliolo DAVIDE , nostro ospite, in quel negozio che fu fondato dal papà GIUSEPPE , meglio noto come ” PIPPU ‘U SICCU”. Il sacrifico maggiore di questa famiglia di lavoratori è quello di non poter godere feste come Natale, Pasqua od anche la stessa S. AGATA proprio perché sono i giorni in cui si lavora di più, anche loro impegnati a tramandare la tradizione di famiglia. Con affetto nel mio ambulatorio tengo una pagina di giornale dedicata a MELO VIGLIANISI con una dedica per me :
” Con affetto ‘o me duttureddu , ‘ca quannu arrivai era sciancateddu , cu la tua capacità mi facisti caminari , e ppi chistu t’arringraziu
e ti lassu stu rioddu , u to amicu Viglianisi Melo “.
Ora che abbiamo parlato dei due ospiti e delle loro attività lavorative tocca spiegare il perche’ di loro due assieme in questa puntata ; ebbene il cantastorie LUIGI DI PINO , oltre ad innumerevoli lavori realizzati in genere , ci ha presentato la storia di S. Agata da lui scritta – musicata e recitata, un quarto d’ora in cui ha avuto la capacità di farci stare in religioso silenzio ad ascoltare i vari passaggi di una vita , quella della Santuzza, quanto mai tribolata riuscendo a riassumerla in otto momenti in cui lo stesso LUIGI DI PINO ci guidava mano manuzza indicando i momenti salenti sulla tela con un suo bastone mentre l’altro , DAVIDE VIGLIANISI, è un devoto di S. Agata , lo è da sempre e tutto cio’ , come momento di fede, lo deve a papà MELO ed oggi tramanda questa sua esperienza di fede anche al proprio figliuolo ed anzi a tal proposito ci spiega come ogni anno porta e dedica alla Santuzza un cero il cui peso corrisponde al peso del proprio figliolo ( nella speranza che non ingrassi molto in un prossimo futuro), ci parla della sua commozione e dell’importanza della sua partecipazione a tutta la tre giorni , 3-4 e 5 febbraio con l’emozione di chi si prepara alla festa religiosa e poi la tristezza di levar via il sacco votivo ( ma pronto ad attendere un intero anno ).
Credo che di piu’ in una giornata come quella del 5 febbraio nella nostra emittente ( SESTA RETE ) non ci sarebbe mai potuto essere, uscendo fuori dai soliti schemi che siamo abituati a vivere. Tutto cio’ e’ stato arricchito dalla messa in onda di una canzone “S’AGATA-CATANIA” scritta e cantata dall’amico ANTONIO ZAPPALA’ , in arte ANTONIO ZETA ed anche dal contributo video della “FESTA DI S.AGATA estratto dall’Archivio Storico Luce risalente al 1950.
MARIO CACCIOLA ci mette la ciliegina sulla torta quando , nell’ambito della sua rubrica, ci parla attraverso i suoi contributi fotografici de “IL PROFUMO DEI RICORDI” facendoci tornare indietro nel tempo , quando verso la fine di gennaio, le bancarelle dei dolciumi trasformano le vie del centro storico in un colorito mercato all’aperto dando vita alla tradizionale festa di S. Agata e ai profumi dei ricordi della nostra infanzia. Compaiono le bancarelle di “calia” ( ceci abbrustoliti), di ” semenza” (semi di cocomero essiccati al sole), di zucchero filato, torrone, caramelle ed olivette. A proposito di olivette, queste vengono preparate con la pasta di mandorla colorata di verde e modellata a forma di olive , rappresentano il tipico dolce – antichissimo per tradizione- che si prepara in occasione della festa della Patrona. Le olivette di S.Agata si collegano ad una leggenda popolare e più precisamente mentre S. Agata veniva condotta davanti al proconsole Quinziano per essere processata si chinò per allacciarsi un calzare e in quel luogo come per miracolo spuntò una piccola pianta che con il passar dei giorni divenne olivo selvatico. Altro dolce tipico sono le cascatelle di S. Agata , meglio conosciute con il nome di ” minnuzze di S. Agata”. Sono di più recente comparsa le bancarelle di cocco , cedro e bomboloni che al grido “ogni colore cambia sapore ” attrae grandi e piccoli. I bomboloni avvolti in carta colorata sono un impasto di zucchero con essenza di anice – fragola- vaniglia di cui i bambini sono particolarmente ghiotti.
Il momento cabarettistico di ALDO MESSINEO ha previsto il ritorno di Pippo Iozzia non fosse altro per partecipare alla festa della Santuzza, dopo la non brillante partecipazione .
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